In merito al dibattuto tetto sul prezzo del petrolio russo arriva il via libera del G7 e il significato economico e geopolitico della decisione è chiaro: i ministri delle Finanze dei paesi membri hanno stabilito che la scelta penalizzerà la guerra di Mosca diminuendo le sue entrate e la sua capacità offensiva ed al contempo potranno, mercati permettendo, gestire le crisi energetiche nazionali che ormai stanno attanagliando l’intera Europa.
Tetto sul prezzo del petrolio russo: si del G7
Ecco cosa si legge in una dichiarazione dei ministri delle finanze del G7 al termine dell’incontro di oggi, 2 settembre: “Oggi confermiamo la nostra intenzione politica congiunta di finalizzare e attuare un divieto globale di servizi che consentano il trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi di origine russa a livello globale”. E ancora: “La fornitura di questi servizi sarebbe consentita solo se il petrolio e i prodotti petroliferi sono acquistati a un prezzo o inferiore a un tetto di prezzo determinato dall’ampia coalizione di Paesi che aderiscono e attuano il limite di prezzo”.
“Ridurre entrate e capacità bellica della Russia”
Poi il comunicato entra nel merito: “Il price cap è specificamente progettato per ridurre le entrate russe e la capacità della Russia di finanziare la sua guerra di aggressione, limitando al contempo l’impatto della guerra di Mosca sui prezzi globali dell’energia, in particolare per i paesi a basso e medio reddito, consentendo solo ai fornitori di servizi di continuare a fare affari relativi al petrolio marittimo russo e ai prodotti petroliferi venduti a o al di sotto del limite di prezzo”.