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La Ue approva nuove sanzioni contro la Russia: colpiti energia, finanza e tecnologia

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L’Unione Europea lancia un nuovo pacchetto di misure: le sanzioni contro la Russia colpiscono energia, banche e propaganda. Una stretta strategica Ue per fermare la macchina bellica.

La Ue affila le armi economiche contro Mosca. Colpite energia, banche e navi sospette.

Sanzioni Russia Ue, nuova stretta: tetto al petrolio e stop ai gasdotti

Non è solo un altro pacchetto. È il diciottesimo, sì. Ma ha un sapore diverso. A Bruxelles l’accordo è arrivato in fretta, quasi senza respiro. I rappresentanti permanenti – il Coreper – si sono mossi compatti.

E quando succede così, qualcosa si sta davvero muovendo.

Le sanzioni Russia Ue questa volta vanno dritte al cuore. Petrolio? C’è un tetto nuovo, dinamico, più basso della media di mercato. 15% in meno, per capirci. Tradotto: 47 dollari al barile. Un modo per svuotare lentamente le casse del Cremlino, senza sparare un colpo. Poi c’è la questione dei gasdotti. Nord Stream 1 e 2: transazioni vietate. Una svolta, e anche piuttosto netta. E non finisce qui. La cosiddetta “flotta ombra” – quella che la Russia usa per spostare petrolio all’insaputa di tutti – si allunga: +105 navi inserite nella lista nera. In tutto? Oltre 400. Mosse silenziose, ma affilate.

Dalla Swift al petrolio raffinato: le sanzioni Russia Ue entrano in una fase chirurgica

Il pacchetto – pesante, articolato, quasi chirurgico – tocca anche le banche. Il blocco Swift? Esteso. Ora coinvolge altre 22 istituzioni finanziarie russe. Una mossa che isola Mosca sempre più. E ancora: stop al petrolio “mascherato”, quello raffinato in Paesi terzi ma comunque di origine russa. Salvo qualche alleato – Norvegia, USA, Canada – per gli altri è alt. Totale.

Le parole non mancano. Ursula von der Leyen parla di un colpo al cuore della macchina da guerra russa. Il ministro francese Barrot festeggia con un «È fatta!». Ma non è solo retorica. La strategia europea si fa a strati: colpire oggi, drenare domani, indebolire dopodomani. Anche i cinesi – indirettamente – iniziano a sentire il fiato sul collo. Obiettivo? Tagliare le gambe alla propaganda, ai droni. Ora resta da vedere se questa pressione costante di sanzioni Russia Ue, riuscirà davvero a frenare l’ambizione bellica del Cremlino — e diventare, finalmente, un deterrente reale per fermare la guerra.