Roma, 30 lug. (askanews) – Un alieno viene mandato sulla terra per analizzare le cause del fallimento della sinistra in Italia e della sua estrema conflittualità. L’extraterrestre si scontra con un sistema politico vecchio, autoreferenziale e avverso ai temi della modernità. Tra metafore e fantascienza, senza far nomi ed alludendo sempre, Federico Lobuono racconta in “Un Alieno a Roma”, il punto di vista di un giovanissimo alle prese con un mondo antico che avrebbe necessità di rinnovarsi e non ne trova la strada. Ma Federico Lobuono, nato a Lecce 21 anni fa e trasferitosi a Roma sedicenne, oltre che autore del libro è anche già un politico che prova ad aprirle queste strade per le nuove
generazioni. Prima la community dei Pischelli in cammino, poi le start up editoriali, infine l’impegno diretto per Roma, fondando nel Settembre 2020, assieme ad un gruppo di ragazzi, La Giovane Roma, una lista per le elezioni amministrative del 2021 della Capitale. Un Alieno a Roma insomma è anche un grido di battaglia per la prossima campagna elettorale, che lo ha visto chiudere, dopo essersi inizialmente candidato a sindaco, un’alleanza con
Roberto Gualtieri. Questo nonostante Lobuono con la sinistra
capitolina ci vada giù duro:
“Ha ragione quando dice che il libro ci va giù duro, ma perchè è
giusto così, perchè è una critica ad un sistema politico
arroccato su tematiche obsolete che non lascia spazio alle nuove
generazioni. Io mi sono candidato a settembre quando nessuno lo
voleva fare e la retorica che passava su Roma era che si trattava
di una città ingovernabile, che non valeva la pena candidarsi,
tanto valeva metterci qualcuno da buttare a mare regalando la
città agli avversari. Mi sono candidato per quella retorica, e
per quella che dice che i giovani non sono più quelli di una
volta, non hanno voglia di fare, stanno tutto il tempo a casa sul
divano a giocare ai videogame. Invece volevo dire che fuori c’era
una generazione nuova che ha voglia di farsi sentire, di mettersi
in gioco. Per questo abbiamo creato una lista, “La Giovane Roma”.
Poi ho conosciuto Roberto Gualtieri, un uomo in grado di
ascoltare e di coinvolgere e abbiamo detto mettiamoci in gioco
seriamente e abbiamo deciso di sostenere Gualtieri in questa
operazione”.
Torniamo al libro, in realtà che cosa rappresenta nelle
intenzioni di Lobuono?
“E’ uno sfogo di un periodo che io ho passato, sono stato
iscritto prima al Pd e poi a Italia Viva. E sono scappato dai
partiti, dove è impossibile provare a mettersi in gioco e farsi
sentire. Nel libro parlo di quelli che chiamo “i sottufficiali”
che ogni volta che c’è qualcuno che prova a fare qualcosa sono
pronti a metterti i bastoni tra le ruote. E’ uno sfogo quindi ma
spero che potrà essere utile ai leader dei partiti, quelli della
sinistra ma mi sembra che la situazione sia la stessa un pò
ovunque. Diciamo che spero che il libro possa rappresentare il
manifesto di una generazione che è stanca di stare a guardare e
vuole mettersi in gioco”.
Ora le elezioni, qualche esempio di punto programmatico
qualificante per i giovani romani?
“Roma non è una città universitaria, anche se ospita alcuni degli
atenei più grandi d’Europa ma uno studente che si laurea a Roma
in quali aziende potrebbe andare a lavorare ora che le aziende
sono andate tutte via? E poi il caro affitti, il caro libri, il
caro vita rende per qualsiasi studente fuori sede impraticabile
l’idea di stabilirsi qui a Roma. E’ su queste proposte che parte
la nostra candidatura”.