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Il dato è alarmante: ancora una volta i referendum si arenano, vittime di un astensionismo che non conosce tregua. Solo il 30,6% degli elettori si è recato alle urne, ma il quadro si fa più interessante se si guarda all’andamento geografico. Le città del centro-nord dimostrano una partecipazione più attiva, con affluenze che sfiorano il 36%.
E per la prima volta, le donne superano gli uomini nelle votazioni. Un cambiamento significativo, che segna un nuovo capitolo nel panorama politico italiano.
Un’analisi delle urne
Il Viminale ha diffuso i dati, e Youtrend ha subito messo sotto la lente d’ingrandimento i risultati. Nei bastioni del Partito Democratico e di Alleanza Verdi e Sinistra, come Firenze e Bologna, l’affluenza raggiunge punte del 46,93% e 47,67%. Qui, i cittadini si sono fatti sentire, un chiaro segnale di una società che vuole partecipare attivamente al processo democratico.
Il voto sulla cittadinanza
Un altro aspetto interessante emerge dal quesito sulla cittadinanza: i sì trionfano nelle zone a traffico limitato delle grandi città, come Milano e Torino. Al contrario, le questioni legate al lavoro sono state maggiormente votate nei quartieri popolari, come San Salvario, Aurora e Mirafiori a Torino. È un voto che racconta una storia di divisione sociale, dove le problematiche affrontate risuonano diversamente a seconda del contesto.
Il flop del quorum
Nonostante l’affluenza sia superiore rispetto ai referendum sulla giustizia del 2022, il flop sul quorum resta un tema scottante. Solo il 20,9% degli elettori si era espresso in quel caso. E anche il 31,19% del referendum sulle trivellazioni marine nel 2016 sembra un ricordo lontano. Alcuni analisti fanno notare che l’assenza di un marchio politico forte ha pesato sul risultato. Oggi, invece, il forte imprinting politico ha influenzato le decisioni degli elettori.
Chi ha votato?
Il profilo di chi ha votato è chiaro: un elettorato motivato e razionale, vicino al fronte progressista, con un livello d’istruzione elevato. Nelle città con più del 20% di laureati, l’affluenza ha toccato il 36,7%. E nei comuni con oltre 100 mila abitanti, il dato si attesta sul 35,5%: Torino, Milano, Genova e Roma si fanno notare.
Geografia del voto
Ma l’Italia si spacca in due. Al sud, l’affluenza è drasticamente più bassa: solo il 24%, con la Sicilia che segna il picco negativo al 23%. La Sardegna, al 27%, appare leggermente più reattiva, probabilmente grazie alle amministrative in corso. A Nuoro, città natale della governatrice sarda, il quorum è stato superato, con un 59%.
Il gender gap nel voto
Un altro dato sorprendente riguarda il genere: il 31,3% delle donne ha votato, contro il 29,1% degli uomini. Un distacco che fa riflettere, soprattutto se paragonato ai dati delle Europee di un anno fa, dove gli uomini primeggiavano. Questo cambiamento viene interpretato come un segnale politico: le donne, in particolare fra i giovani, tendono a orientarsi verso il fronte progressista, mostrando una maggiore partecipazione rispetto ai maschi.
Un panorama complesso e in continua evoluzione, dove le urne raccontano storie di attivismo, disillusione e speranza. Cosa succederà ora? Gli sviluppi sono da seguire con attenzione.