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Utenti di WhatsApp e Telegram fanno causa a Roskomnadzor: Ecco perché

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Un collettivo di utenti attivi su WhatsApp e Telegram ha intrapreso un'iniziativa per esprimere la propria opposizione alle restrizioni imposte dal governo russo.

In un clima di crescente attenzione verso la libertà di comunicazione, un gruppo di utenti di WhatsApp e Telegram ha avviato un’azione legale collettiva contro l’ente statale Roskomnadzor e il Ministero dello Sviluppo Digitale della Russia. Questo passo segna una reazione significativa alle restrizioni imposte sulle chiamate vocali e video tramite le due popolari applicazioni di messaggistica.

Secondo quanto riportato dai media russi, i 42 querelanti sostengono che tali limitazioni violino i loro diritti costituzionali, in particolare il diritto alla libertà d’informazione e la riservatezza delle comunicazioni. Le restrizioni sono state introdotte in agosto, con l’argomento di un’iniziativa anti-frode, ma le aziende coinvolte hanno prontamente criticato queste azioni.

Dettagli dell’azione legale

Nel loro ricorso, i querelanti hanno citato dati della Banca Centrale Russa, evidenziando che le chiamate telefoniche tradizionali e i messaggi SMS sono i canali principali utilizzati per attività fraudolente, e non le applicazioni di messaggistica. Questa osservazione mette in discussione l’efficacia delle misure adottate da Roskomnadzor e solleva interrogativi sulla legittimità di tali restrizioni.

Reazioni da WhatsApp

Di fronte a questa situazione, WhatsApp ha accusato Roskomnadzor di tentare di privare oltre 100 milioni di cittadini russi del loro diritto alla comunicazione privata, soprattutto in un periodo cruciale come le festività. Un portavoce dell’azienda ha affermato che queste limitazioni non solo compromettono la sicurezza degli utenti, ma costringono anche gli utenti verso applicazioni meno sicure e controllate dal governo.

Il contesto delle restrizioni

Le limitazioni imposte a WhatsApp e Telegram sono parte di un quadro più ampio di controllo delle comunicazioni in Russia. Roskomnadzor ha giustificato le sue azioni affermando che le piattaforme estere violano la legge russa e sono utilizzate per attività illecite, incluso il terrorismo e frodi. Tuttavia, molti esperti e critici mettono in dubbio la veridicità di tali affermazioni, suggerendo che l’obiettivo reale sia quello di limitare la libertà di espressione e di sorvegliare le comunicazioni private.

Promozione di un’app governativa

In questo contesto, il governo russo sta anche promuovendo un’app di messaggistica chiamata MAX, sostenuta dallo stato. Questa nuova piattaforma ha suscitato preoccupazioni tra gli utenti riguardo alla privacy e alla sicurezza, con critici che avvertono che potrebbe essere utilizzata per monitorare le comunicazioni. Le autorità, tuttavia, hanno respinto queste preoccupazioni, sostenendo che MAX è progettata per facilitare l’accesso ai servizi pubblici e migliorare la vita quotidiana dei cittadini.

L’azione legale intrapresa dagli utenti di WhatsApp e Telegram rappresenta un’importante battaglia per la difesa della libertà di comunicazione in Russia. La questione solleva interrogativi fondamentali sulla sicurezza digitale e sulla privacy, in un momento in cui le restrizioni sulle comunicazioni sembrano intensificarsi sempre di più.