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Dopo incertezze e discussioni, il futuro dello stadio di San Siro sembra finalmente prendere forma. La Giunta del Comune di Milano ha approvato la delibera che ne sancisce la vendita a Inter e Milan, insieme alle aree circostanti, aprendo la strada a un progetto di riqualificazione e costruzione di un nuovo impianto. L’operazione è accompagnata da misure straordinarie a tutela dei club, come il cosiddetto “scudo penale”, e dovrà ora affrontare l’ultimo passaggio decisivo: il voto del Consiglio comunale entro fine mese.
La Giunta approva la delibera sulla vendita di San Siro
La Giunta del Comune di Milano ha dato il via libera alla delibera che sancisce la vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti a Inter e Milan. Il documento, ora, dovrà essere esaminato dalle commissioni consiliari e approderà in aula nella prossima settimana per il voto definitivo. Il prezzo stabilito per l’operazione è di 197 milioni di euro, con un pagamento iniziale di 73 milioni al momento della sottoscrizione del contratto e il saldo rateizzato nel tempo. Contestualmente, il Comune contribuirà con una quota fino a 22 milioni per le opere di bonifica e la rimozione del tunnel Patroclo, leggermente inferiore ai 36 milioni previsti inizialmente.
Vendita da 197 milioni per lo stadio San Siro: la novità dello “scudo penale”
Un elemento introdotto in extremis nella delibera è il cosiddetto “scudo penale”, richiesto dai club e recepito dall’amministrazione comunale. In base a questa clausola, Inter e Milan potranno rescindere il contratto di vendita qualora fossero aperte indagini penali che blocchino l’avvio dei lavori o compromettano la bancabilità del progetto.
L’inserimento della norma è avvenuto su richiesta dell’avvocato Alberto Toffoletto dello studio Nctm, che ha sottolineato la necessità di protezione legale anche nel caso in cui procedimenti successivamente giudicati infondati possano comunque rallentare l’operazione. La delibera prevede che, in caso di indagini della Procura o della Corte dei Conti, Comune e club si incontrino per valutare soluzioni condivise, incluso il possibile recesso dal contratto entro 30 giorni se i lavori non dovessero partire entro i primi nove mesi.
Vendita da 197 milioni per lo stadio San Siro: passaggi successivi e polemiche politiche
Il percorso verso la definitiva cessione di San Siro prevede ora il passaggio nelle commissioni consiliari e il voto in Consiglio comunale entro il 30 settembre. L’esito non è scontato: all’interno della maggioranza di centrosinistra cinque consiglieri sono storicamente contrari, tra cui Tommaso Gorini, Francesca Cucchiara e Carlo Monguzzi dei Verdi, Enrico Fedrighini del gruppo misto e Alessandro Giungi del Pd, mentre altri come Rosario Pantaleo, Angelo Turco e Angelica Vasile (Pd) e Marco Fumagalli (Lista Sala) potrebbero aggiungersi agli indecisi. Anche il comportamento del centrodestra, con 17 consiglieri, potrebbe influenzare il voto, tra possibili astensioni o contrari.
La delibera è blindata e non ammette emendamenti, sebbene i consiglieri possano presentare ordini del giorno collegati. Il dibattito politico ha evidenziato tensioni tra le forze locali: l’assessora Elena Grandi di Europa Verde ha ribadito il proprio parere negativo per ragioni ambientali e di sostenibilità, pur riconoscendo l’impegno dell’amministrazione nel contenere gli impatti dei lavori, mentre altri esponenti come Alessandro De Chirico di Forza Italia e Carlo Monguzzi hanno criticato la procedura “da prendere o lasciare”, sottolineando la limitata partecipazione del Consiglio nella definizione finale del progetto.