> > Manovra 2026, il Senato dà l’ok alla fiducia: contestazioni e tensioni in ...

Manovra 2026, il Senato dà l’ok alla fiducia: contestazioni e tensioni in Aula

senato manovra 2026

Manovra 2026: il Senato approva tra modifiche e contestazioni, il provvedimento passa ora alla Camera. Tutti i dettagli.

Il Senato ha approvato la manovra 2026, segnando un passaggio cruciale nel percorso legislativo del bilancio. Con il via libera di Palazzo Madama, il provvedimento passa ora alla Camera per l’ok definitivo entro la fine dell’anno, tra tensioni politiche e modifiche sostanziali al testo originario.

Manovra 2026, via libera del Senato e passaggio alla Camera

Il Senato ha dato l’ok alla manovra economica, che ora sarà esaminata dalla Camera per ottenere il via libera definitivo entro il 31 dicembre, termine stabilito per evitare l’esercizio provvisorio. La votazione sulla Nota di variazione alla legge di Bilancio ha registrato 110 sì, 62 no e un astenuto, mentre il voto di fiducia sul maxi-emendamento ha ottenuto 113 favorevoli, 70 contrari e 2 astenuti.

La manovra complessiva, inizialmente fissata a 18,7 miliardi, ha raggiunto i 22 miliardi grazie agli ultimi emendamenti, che hanno aumentato le risorse per la Transizione 5.0, le Zone Economiche Speciali (Zes) e l’adeguamento dei prezzi.

Tra le modifiche più significative, lo stralcio di cinque norme, tra cui quella sugli arretrati retributivi dei lavoratori sottopagati, ha segnato un dietrofront rispetto alle intenzioni iniziali. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha sottolineato: “La tassazione solo al 5% degli aumenti contrattuali era qualcosa che veniva chiesto da sempre dai sindacati e l’abbiamo fatto per i lavoratori dipendenti con redditi più bassi… davvero un bilancio positivo che dimostra ancora una volta come tutto il governo sostiene questa linea che abbiamo impostato tre anni fa”.

Via libera del Senato alla fiducia sulla Manovra 2026: tensioni e proteste dell’opposizione in Aula

L’approvazione della manovra è stata accompagnata da forti tensioni in Aula. Poco prima del voto sulla fiducia, i senatori di Pd, M5S e Avs hanno esposto cartelli rossi con la scritta “Voltafaccia Meloni”, suscitando l’intervento del presidente La Russa: “Quando ero all’opposizione anche io preparavo i contro cartelli… chi si accontenta gode”.

Le opposizioni hanno denunciato un cambio di passo rispetto alle promesse elettorali, con Chiara Appendino (M5S) che ha scritto: “Meloni ha scelto deliberatamente di voltare le spalle a chi le aveva dato fiducia. È un accanimento che fa male, prima ancora che indignare”.

Durante le dichiarazioni di voto, i ministri del governo hanno affollato i banchi, con Giorgetti e Matteo Salvini intenti a esaminare documenti insieme, mentre altri membri del governo come Daniela Santanché, Adolfo Urso, Roberto Calderoli e Nello Musumeci erano presenti sin dall’inizio. Il vicepremier ha definito la legge di Bilancio “una bella manovra economica”, lodando in particolare il piano casa e il fondo per genitori separati, creato per consentire a mamme e papà di affittare una casa con contributi mensili senza gravare su pensionati o allungare l’età pensionabile.

Contestazioni sono arrivate anche sul fronte locale: il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha evidenziato come la Finanziaria penalizzi la città con tagli ai trasporti e alle risorse per la polizia locale, sottolineando che “Milano non è esattamente nel cuore del governo”.