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Amnesty alla Spagna: "Liberate due leader catalani in prigione"

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Roma, 19 nov. (askanews) - Sono i leader delle due maggiori associazioni della società civile in Catalogna, L'Assemblea nacional catalana e Omnium Cultural, che da anni si battono per l'indipendenza dalla Spagna: Jordi Sanchez e Jordi Cuixart - noti come "i due Jordi" - sono in carcere da oltre d...

Roma, 19 nov. (askanews) – Sono i leader delle due maggiori associazioni della società civile in Catalogna, L’Assemblea nacional catalana e Omnium Cultural, che da anni si battono per l’indipendenza dalla Spagna: Jordi Sanchez e Jordi Cuixart – noti come “i due Jordi” – sono in carcere da oltre due anni e il 14 ottobre 2019 sono stati condannati entrambi a 9 anni di prigione per il reato di “sedizione”. Ora Amnesty International ne ha chiesto l’immediato rilascio essendo giunta alla conclusione che la condanna ha violato i loro diritti alla libertà di espressione e di manifestazione pacifica.

I due non sono gli unici condannati a dure pene di carcere dopo lo svolgimento in Catalogna del referendum sull’indipendenza del 1 ottobre 2017, dichiarato illegale da Madrid: altri sette ex membri del governo e del parlamento autonomo catalano sono stati condannati a pene da 10 a 13 anni di carcere.

(+++ QUI INSERIRE IMMAGINI DEL PEZZO DEL 20 SET 2017 +++)

Ma nel caso dei due Jordi il fatto alla base delle loro condanne non è lo svolgimento del referendum in sé bensì la gigantesca manifestazione pacifica del 20 settembre 2017 davanti alla sede del ministero dell’Economia catalano per cercare di impedire una perquisizione delle forze dell’ordine spagnole che cercavano prove delle commissione di delitti nella preparazione del referendum. Le perquisizioni furono comunque portate a termine, e secondo la difesa di Cuixart e Sanchez ciò fu possibile anche per l’insistenza dei due leader che arringando la folla chiesero di mantenere sempre la calma.

“Dalla nostra analisi non è emerso alcun elemento da cui si possa definire il processo ingiusto nel suo complesso, ma è chiaro che l’interpretazione della Corte suprema sul reato di sedizione è stata eccessivamente ampia e l’ha spinta a criminalizzare atti legittimi di protesta”. Amnesty ha anche criticato le condanne come sproporzionate rispetto ai fatti contestati, che sono essenzialmente manifestazioni di disobbedienza civile, una libertà protetta dal diritto internazionale.

Il reato di “sedizione”, ormai sconosciuto alla maggior parte dei paesi dell’Europa occidentale rischia di violare il principio di legelità perché la sua definizione è troppo vaga: questo secondo Amnesty mette in discussione anche le condanne inflitte agli altri leader politici catalani in carcere , che il fronte indipendentista considera “prigionieri politici”.