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Luci nei teatri, Gifuni: data per riaperture e regole strutturali

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Roma, 23 feb. (askanews) - Ad un anno dalla chiusura dei luoghi dello spettacolo per l'emergenza Covid-19 le luci di centinaia di teatri in tutta Italia si sono riaccese per una sera. A lanciare l'iniziativa "Facciamo luce sul teatro" sono stati gli attori di UNITA, l'unione che raccoglie molti in...

Roma, 23 feb. (askanews) – Ad un anno dalla chiusura dei luoghi dello spettacolo per l’emergenza Covid-19 le luci di centinaia di teatri in tutta Italia si sono riaccese per una sera. A lanciare l’iniziativa “Facciamo luce sul teatro” sono stati gli attori di UNITA, l’unione che raccoglie molti interpreti dello spettacolo. Un segnale di resistenza e di richiesta di attenzione verso il settore, che ora ha bisogno di regole per ripartire. Di fronte al teatro Argentina di Roma si sono dati appuntamento, fra gli altri, due dei più importanti interpreti italiani, Massimo Popolizio e Fabrizio Gifuni, che spiega le richieste al nuovo governo.

“Intanto una data certa, perché i teatri hanno bisogno di programmare, gli artisti, i direttori dei teatri non possono riaprire un teatro dall’oggi al domani, perché quello che si fa e che poi vede il pubblico è frutto di mesi, se non di anni di lavoro.

Abbiamo avuto un anno terribile, la nostra categoria è stata messa in ginocchio, migliaia di lavoratori hanno fatto fatica a mettere insieme il pranzo con la cena con le loro famiglie, sono arrivati dei ristori ma non si può vivere soltanto di questi, c’è bisogno sicuramente di continuare ad avere i ristori e a regole più strutturali. Questo è un mestiere che vive sull’intermittenza, quindi l’intermittenza va riconosciuta”.

Popolizio spiega: “Bisogna avere un calendario di riaperture, che qualcuno se ne occupi di questo: avere una visione per i prossimi mesi, non per le prossime settimane”.

Gli attori ripetono che il teatro è un luogo sicuro, per le regole che si possono rispettare. E per sollecitare l’attenzione delle istituzioni hanno chiamato davanti agli edifici illuminati anche il pubblico.

“Noi in questa chiamata alla luce, diciamo, abbiamo chiamato soprattutto gli spettatori, soprattutto quegli spettatori che ci fermavano continuamente per le strade in questi mesi, chiedendoci perché non potevano andare al cinema sotto casa e poi andavano a una fiera o a un grande mercato”.

“Il biglietto lo puoi prendere soltanto on line, ti misurano la temperatura prima di entrare, non parli, non mangi, puoi scambiare delle parole quando esci, però rimane tutto nella tua testa, nel tuo cuore e nel tuo animo, e questa è qualcosa di cui abbiamo estremamente bisogno, per la salute”.