> > Catania, ex primario accusato di violenza sessuale: interdizione di 12 mesi

Catania, ex primario accusato di violenza sessuale: interdizione di 12 mesi

Violenza Ospedale Catania

Catania, ex primario accusato di violenza sessuale: disposto l’allontanamento da tutte le strutture sanitarie pubbliche per 12 mesi

Un medico di 63 anni, attualmente in servizio nel sistema pubblico sanitario di Catania, si è trovato sospeso dall’incarico perché indagato per violenza sessuale. Secondo l’accusa, da primario di un reparto nell’ospedale di Paternò, avrebbe avuto “comportamenti espliciti finalizzati a ottenere prestazioni sessuali da personale femminile della struttura” forte del suo ruolo gerarchico, anche “durante i turni di lavoro”.

Catania, violenza sessuale in corsia: l’inchiesta sulla condotta dell’ex primario di Paternò

Il gip ha ravvisato gravi indizi per uno solo dei diversi casi contestati dalla Procura, quello ai danni di una collega medico chirurgo che “avrebbe costretto a subire atti sessuali”. Il 10 settembre 2025 la Procura di Catania ha disposto una misura interdittiva nei confronti di Giuseppe Reina, ex primario ospedaliero oggi con un diverso incarico pubblico nel sistema sanitario, accusato di violenza sessuale ai danni di una collega medico. L’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale di Catania il 4 settembre ed eseguita dalla Polizia di Stato, prevede la sospensione da tutte le funzioni in strutture sanitarie pubbliche o a partecipazione pubblica per la durata massima di dodici mesi.

Catania, medico accusato di violenza sessuale: interdizione da incarichi pubblici per 12 mesi

L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile e dalla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura, riguarda fatti avvenuti tra il 2018 e il 2024 in un presidio sanitario etneo, quando Reina era primario. Secondo l’accusa – pur nel rispetto della presunzione di innocenza – il medico sarebbe gravemente indiziato di un episodio di violenza sessuale aggravata dal rapporto di subordinazione, commesso ai danni di una collega chirurgo in servizio presso la stessa struttura. Secondo la ricostruzione investigativa, gli episodi contestati avvenivano anche durante le visite congiunte ai pazienti, quando il medico avrebbe rivolto avances e compiuto palpeggiamenti rapidi, tali da impedire alla vittima di sottrarsi o manifestare dissenso. In alcuni casi, inoltre, avrebbe tenuto “comportamenti espliciti finalizzati a ottenere prestazioni sessuali da personale femminile della struttura” approfittando del suo ruolo gerarchico, anche “durante i turni di lavoro“.

Catania, ex primario indagato per violenza sessuale: le accuse della Procura e la decisione del Gip

Le accuse si basano su intercettazioni, dichiarazioni e immagini raccolte attraverso sistemi di videosorveglianza. La Procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere, ritenendo vi fossero gravi indizi per più episodi e per la presenza di più vittime. Il Gip, tuttavia, ha ravvisato gravi indizi per uno solo dei casi contestati, quello ai danni della collega chirurgo che “avrebbe costretto a subire atti sessuali“. La Procura ha già annunciato di riservarsi l’impugnazione del provvedimento.