Il tribunale di Roma ha sospeso il processo per diffamazione a carico del ministro del Turismo, Daniela Santanchè, imputata per dichiarazioni ritenute offensive nei confronti di Giuseppe Zeno, azionista di minoranza della società Visibilia. Gli atti sono stati trasmessi al Senato per valutare la procedibilità alla luce dell’art. 68 della Costituzione.
Visibilia, il processo a Daniela Santanchè per diffamazione sospeso
Il tribunale di Roma ha disposto oggi, venerdì 14 novembre, la sospensione del procedimento che coinvolge il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, imputata di diffamazione nei confronti di Giuseppe Zeno, azionista di minoranza della società Visibilia Editore Spa. La decisione segue l’eccezione sollevata dalla difesa del ministro nella scorsa udienza, relativa all’applicazione del comma 1 dell’articolo 68 della Costituzione, che tutela l’insindacabilità delle opinioni espresse in aula.
“Il giudice monocratico ha ritenuto necessario sospendere il processo e trasmettere gli atti al Senato”, hanno sottolineato i legali di Santanchè, aprendo così la fase parlamentare della vicenda.
Visibilia, il processo a Daniela Santanchè per diffamazione sospeso: atti trasmessi al Senato
La sospensione del procedimento comporta ora l’invio degli atti alla Camera di appartenenza della ministra, dove la Giunta per le autorizzazioni dovrà valutare la procedibilità del caso alla luce delle garanzie costituzionali.
La vicenda trae origine da alcune dichiarazioni rilasciate da Santanchè durante un’informativa al Senato lo scorso 5 luglio 2023, che Zeno ha ritenuto diffamatorie. Il finanziere, azionista di minoranza di Visibilia, aveva già avviato l’iter giudiziario, collegato anche all’inchiesta per falso in bilancio che vede coinvolti, oltre alla ministra, il compagno Dimitri Kunz e altre 15 persone.
Il gip di Roma, Alfonso Sabella, aveva inizialmente disposto il rinvio a giudizio a giugno, ma l’odierna decisione rappresenta uno stop temporaneo in attesa del parere parlamentare.