> > Zelensky e una possibile resa? Kiev valuta una pausa nelle ostilità sul fronte

Zelensky e una possibile resa? Kiev valuta una pausa nelle ostilità sul fronte

zelensky resa

Durante la visita in Norvegia, Zelensky apre a un possibile cessate il fuoco. La proposta segna un cambio di tono nel conflitto e riaccende il dibattito su una possibile resa.

Si respirava aria tesa, non solo per il clima nordico. In Norvegia, Volodymyr Zelensky ha pronunciato parole destinate a cambiare il tono del conflitto. Un’apertura forse più che una resa?

Zelensky possibile resa e la proposta americana

Durante l’incontro con la stampa, il presidente ucraino ha detto qualcosa che fino a poco tempo fa sarebbe sembrato impensabile: accettare un cessate il fuoco sulla linea attuale del fronte.

«È un buon compromesso», ha spiegato Zelensky, come riportato da Fox News e The Guardian. Non più la riconquista totale dei territori occupati, ma un congelamento della guerra dove le truppe si fronteggiano.

Quindi non una resa ma una un’apertura, di fatto, alla proposta di Donald Trump? L’attuale presidente americano tornato protagonista della scena diplomatica, avrebbe suggerito a Kiev di “restare dove siamo e cominciare a parlare”. Parole raccolte, analizzate, e in parte accettate. A Washington, raccontano i corrispondenti di The Guardian, la formula viene vista come una via d’uscita pragmatica da un conflitto che ha logorato l’Occidente.

«Abbiamo discusso con Trump di diverse opzioni, quella del congelamento è una di esse», ha confermato Zelensky, con voce ferma ma sguardo teso. Poi l’ammissione: non è certo che Vladimir Putin accetterà. E qui il gelo, stavolta politico, è calato nella sala.

Zelensky resa o compromesso?

La domanda è la stessa ovunque, da Bruxelles a Parigi: compromesso o resa? Nei palazzi europei si legge come un primo passo verso un possibile negoziato… Quantomeno lo si attende. E, forse, lo si spera. Francia e Germania, riportano fonti diplomatiche citate da Le Monde, considerano il fermo tecnico un modo per abbassare la tensione… Ma da Mosca la risposta è secca: nessun congelamento, nessuna rinuncia agli obiettivi “strategici”.

Per molti analisti occidentali, questo possibile riconscimento della linea del fronte è una resa mascherata. Per altri, invece, è l’unico modo per salvare il Paese da una guerra senza fine. Da una parte la stanchezza interna, dall’altra la pressione dei partner.

Intanto Trump muove le sue pedine per avvicinarsi a ciò che possa assomigliare il più possibile alla fine di un conflitto che sembra senza fine. Mentre parla di tregua, impone nuove sanzioni alla Russia, colpendo energia e banche militari. La Casa Bianca, citata da CNN, spiega che servono a mantenere alta la pressione su Putin, anche se si apre un negoziato.

E così l’Europa resta sospesa, tra la paura di legittimare l’occupazione e il desiderio di un silenzio delle armi. Nessuna firma, per ora. Solo parole che forse accendono un filo di speranza.