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L’Ucraina si prepara a usare le mine antiuomo: cos’è il Trattato di Ottawa e perché Zelensky vuole uscirne

zelensky mine antiuomo

Zelensky ha firmato il decreto per uscire dalla Convenzione di Ottawa sulle mine antiuomo, ora serve il sì del Parlamento.

L’Ucraina sta per compiere una svolta significativa nella sua politica di difesa: il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato la firma di un decreto per ritirare il Paese dalla Convenzione di Ottawa, il trattato internazionale che proibisce l’uso, la produzione e la diffusione delle mine antiuomo. Questa decisione, che deve ancora essere approvata dal Parlamento ucraino, rappresenta un cambiamento importante in risposta alle crescenti esigenze militari in un contesto di guerra.

Ma cosa prevede esattamente la Convenzione di Ottawa e quali sono le implicazioni di questa scelta?

Attacco russo record con oltre 500 droni e missili: Kiev sotto assedio

Un massiccio attacco russo ha colpito la notte ucraina con oltre 500 droni e missili lanciati su varie regioni, tra cui Kiev e Leopoli, costringendo la Polonia a far decollare i propri caccia per sorvegliare i confini.

L’offensiva segna un nuovo record di intensità in una guerra senza tregua. Il Cremlino ha ribadito che non tornerà ai negoziati se l’Occidente intensificherà le sanzioni, mentre Zelensky ha confermato il ritiro dell’Ucraina dal trattato internazionale contro le mine antiuomo, accusando la Russia di usarle contro civili e militari.

Tra sabato e domenica, le difese antiaeree di Kiev hanno intercettato la maggior parte degli ordigni: 477 droni e 60 missili, ma alcuni hanno provocato la perdita di un caccia F-16 e la morte del pilota, oltre a feriti tra i civili, in particolare nelle regioni di Cherkasy e Ivano-Frankivsk.

Zelensky annuncia il ritiro dal Trattato di Ottawa

Domenica il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato di aver firmato un decreto per il ritiro dall’Accordo di Ottawa, che vieta l’uso delle mine antiuomo. Tale provvedimento necessita ancora dell’approvazione parlamentare.

“Siamo consapevoli delle complessità connesse al ritiro da tale convenzione, soprattutto in tempo di guerra. Ma stiamo compiendo questo passo politico e inviando un segnale a tutti i nostri partner, su questo si deve concentrare l’attenzione. Questo riguarda tutti i paesi che confinano con la Russia”, ha dichiarato il presidente ucraino con un video.

Il trattato, siglato nel 1997 e ratificato da oltre 160 nazioni nel tempo, proibisce l’impiego, la produzione, l’immagazzinamento e il trasferimento di mine antiuomo, con l’obiettivo di tutelare i civili dagli ordigni esplosivi residui dopo i conflitti.

La Russia non ha mai aderito a questa convenzione e utilizza le mine antiuomo in modo estremamente cinico. Non solo ora, nella sua guerra contro l’Ucraina. Questo è lo stile caratteristico dei killer russi: distruggere la vita con ogni mezzo a disposizione”, ha aggiunto.

Zelensky ha spiegato che con questa scelta politica si intende inviare un segnale chiaro ai partner internazionali, sottolineando come la questione sia particolarmente rilevante per i Paesi confinanti con la Russia, dove le mine rappresentano spesso l’unica opzione difensiva disponibile.

Negli ultimi mesi, l’Ucraina è diventata il sesto Paese europeo ad adottare una decisione simile; prima di lei, infatti, hanno seguito questa strada Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia e Finlandia, tutte nazioni geograficamente vicine alla Russia.

Zelensky annuncia il ritiro dal Trattato di Ottawa: cosa cambia con il ritorno alle mine antiuomo

Il ministero degli Esteri ucraino ha ricordato che nel 2005 l’Ucraina aveva ratificato la Convenzione di Ottawa, che vieta l’uso, lo stoccaggio, la produzione e il trasferimento delle mine antipersona, impegnandosi fin da allora a rispettarne rigorosamente le disposizioni. Tuttavia, la Federazione Russa, pur non essendo parte della stessa convenzione, ha avviato un’aggressione armata contro l’Ucraina e dal 2014 ha fatto largo uso di mine antiuomo come strumento di guerra.

Con l’invasione su larga scala iniziata nel 2022, l’impiego massiccio di queste armi ha conferito un vantaggio asimmetrico all’aggressore. Il ministero ha sottolineato come, al momento della ratifica della Convenzione, tali circostanze non fossero presenti né prevedibili, mettendo così l’Ucraina in una condizione di disparità e ingiustizia che limita il suo diritto all’autodifesa secondo l’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite.

Infine, il ministero ha dichiarato che, considerando la priorità assoluta di difendere il territorio e la popolazione ucraina dall’aggressione russa e dalle sue atrocità, l’Ucraina ha preso la difficile ma necessaria decisione di sospendere l’osservanza degli obblighi della Convenzione di Ottawa che risultano ormai inadeguati alla minaccia attuale.

“Siamo convinti che questo passo sia necessario e adeguato al livello di minaccia, poiché si tratta della sopravvivenza e della conservazione dell’Ucraina come Stato sovrano, indipendente e libero. In una situazione in cui la Russia sta compiendo un genocidio con l’obiettivo di distruggere l’Ucraina come Stato e gli ucraini come nazione, l’Ucraina è costretta a dare priorità assoluta alla sicurezza dei propri cittadini e alla difesa del proprio Stato. Ciò riguarda in particolare anche la partecipazione del nostro Stato ai documenti e ai meccanismi di diritto internazionale”.