La liberazione dell’imam di Torino Mohamed Shahin ha scatenato un acceso dibattito sui social, trasformando un fatto giudiziario in terreno di scontro politico e mediatico. Le parole dell’europarlamentare Ilaria Salis, che ha celebrato il rispetto dello stato di diritto, hanno incontrato la dura critica di Rocco Tanica, evidenziando come temi delicati come giustizia, immigrazione e libertà di espressione possano rapidamente polarizzare l’opinione pubblica.
La liberazione dell’Imam Mohamed Shahin e la posizione di Ilaria Salis
Mohamed Shahin, imam di Torino, è stato recentemente liberato dopo essere stato trattenuto nel CPR di Caltanissetta. L’europarlamentare Ilaria Salis, di Alleanza Verdi e Sinistra italiana, ha commentato la vicenda sui social, osservando che “non sussistono elementi tali da giustificarlo” e sottolineando come, grazie all’impegno delle mobilitazioni civili, “vincono lo stato di diritto e la democrazia”. Salis ha aggiunto che una società davvero sicura è “una società aperta e plurale, dove – nel rispetto dell’Altro e dei valori di uguaglianza e libertà – le diversità culturali possono convivere pacificamente”.
“A piede libero, pagata e complice”. Rocco Tanica contro Ilaria Salis
La dichiarazione di Salis ha subito scatenato la reazione di Rocco Tanica, tastierista e co-fondatore di Elio e le Storie Tese, che sui social ha espresso il proprio dissenso in toni duri. Tanica ha criticato l’europarlamentare per il contrasto tra la sua soddisfazione per la liberazione dell’imam e la mancanza di parole per altre tragedie, affermando:
“Questa che come d’abitudine per quelli della sua cricca non ha speso una parola per i 16 massacrati a Bondi Beach ma si rallegra per il ritorno a casa (altrui) dell’imam che ha detto ‘il 7 ottobre non fu violenza ma resistenza’. Questa è a piede libero. Pagata. Complice”.
Il post di Tanica ha immediatamente alimentato un dibattito acceso, con reazioni contrapposte: molti utenti hanno condiviso la sua critica, evidenziando presunte incoerenze, mentre altri hanno difeso Salis, richiamando l’importanza della tutela dei diritti di chi subisce detenzioni ingiustificate. La vicenda dimostra quanto temi sensibili come immigrazione, giustizia e libertà di espressione possano diventare terreno di scontro politico e mediatico.