Nonostante l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, la situazione rimane drammatica e il numero delle vittime continua a crescere. Le operazioni di soccorso cercano di portare sollievo a una popolazione esausta, ma il conflitto non accenna a fermarsi, causando nuove perdite e aggravando la crisi umanitaria. Almeno 13 persone hanno perso la vita nelle ultime ore, mentre le condizioni di vita diventano sempre più disperate per i civili intrappolati nel territorio.
Trump sottolinea il suo contributo mentre Netanyahu respinge le accuse sull’emergenza a Gaza
Donald Trump ha dichiarato di aver stanziato 60 milioni di dollari per Gaza due settimane fa, evidenziando che nessun altro Paese avrebbe fornito un contributo simile. Pur ammettendo di non conoscere gli sviluppi futuri, ha affermato che la decisione spetta a Israele, definendo la situazione “terribile” soprattutto per la fame e i bambini, e ha accusato Hamas di sottrarre gran parte degli aiuti alimentari.
Nel frattempo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha esortato le Nazioni Unite a smettere di incolpare il suo governo per la crisi umanitaria, sottolineando che l’esercito ha aperto corridoi sicuri per il passaggio degli aiuti. Durante una visita a una base aerea, Netanyahu ha ribadito che tali vie sono sempre esistite e che la loro ufficializzazione esclude ulteriori giustificazioni.
“Non c’è alcuna politica della fame a Gaza, e non c’è fame a Gaza”, ha dichiarato sabato sera a Gerusalemme il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, intervenendo ad una conferenza cristiana ospitata dalla consigliera di Trump e pastore evangelico Paula White: lo riporta il Times od Israel.
Gli aiuti umanitari entrano a Gaza, ma le vittime continuano a salire: almeno 13 morti
Il conflitto in Medio Oriente ha raggiunto il giorno 661 senza segni di attenuazione, con i bombardamenti israeliani su Gaza che proseguono incessanti. Nell’ultima ondata di raid sono state registrate almeno 13 vittime, tra cui bambini.
Domenica, decine di camion carichi di aiuti umanitari sono arrivati a Gaza dall’Egitto, mentre il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha comunicato l’instaurazione di una tregua di 24 ore per facilitare la consegna di cibo. Il Papa Leone XIV ha rivolto un nuovo appello per i civili palestinesi schiacciati dalla fame, esortando al rispetto del diritto umanitario.
Nonostante la “pausa tattica” annunciata da Israele per consentire l’afflusso degli aiuti, nelle ultime 24 ore si sono contati almeno 62 morti a Gaza, di cui 34 erano persone in fila per il cibo, come riportato da Al Jazeera che cita fonti locali. Intanto, da Tel Aviv è stata bloccata la nave Freedom Flotilla con attivisti a bordo; i due italiani presenti a bordo potrebbero rientrare a breve. L’imbarcazione aveva l’obiettivo di sfidare il blocco israeliano portando aiuti umanitari.
Secondo un giornalista locale di Bbc News, Imad Kudaya, la maggior parte degli aiuti umanitari lanciati dall’aereo sulla Striscia di Gaza è finita in zone militarizzate, sotto controllo dell’esercito israeliano, esponendo così chi li raccoglie a rischi molto elevati. Tuttavia, Kudaya ha riferito che dalla Mezzaluna Rossa egiziana giungono buone notizie: è previsto un aumento dei camion di aiuti autorizzati ad entrare.