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Ale Della Giusta: storie vere, paure superate e una vita raccontata senza filtri

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Dalla spontaneità del primo video caricato per caso, fino ai palchi dei teatri italiani, Alessandro Della Giusta racconta un percorso fatto di curiosità, esperienze estreme e voglia di rimanere autentico. Tra catacombe, Narcos e nuove sfide, ci svela cosa lo guida davvero: il desiderio di raccontare l’inaspettato, sempre a modo suo.

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Alessandro Della Giusta: youtuber, creator e, da poco, anche protagonista dei palchi teatrali. Con uno stile diretto, intelligente e sorprendente, ci accompagna in viaggi, incontri e situazioni che pochi osano raccontare. In questa intervista scopriamo chi è davvero, dietro i video… e dietro le quinte.

Dallo sport ai social: l’inizio inatteso di un creator

Com’è nato il tuo percorso sui social? C’è stato un momento preciso in cui hai capito che  volevi farlo seriamente? 

Il mio percorso sui social è nato per caso. Quando ho smesso di giocare a basket, non avevo  la minima idea di cosa avrei fatto. Poi, per una serie di circostanze, mi sono ritrovato in  America. Lì ho pubblicato il mio primo video. In quel periodo ero completamente allo  sbaraglio, dormivo in una tenda. Ho caricato quel video in un momento di totale incoscienza,  ma ho scoperto che mi piaceva farlo. Ho capito che volevo farlo seriamente proprio quando  ho pubblicato quel primo video: mi sono detto “ok, questo è quello che voglio fare”. 

C’è un consiglio che ti hanno dato all’inizio al tuo percorso che ti ha aiutato  particolarmente? 

Sì, mi hanno detto di essere me stesso, ed è anche il consiglio che do io quando me lo  chiedono, ma allo stesso tempo penso sia importante cercare di essere il più unici possibile. Perché se fai una cosa che già esiste, la  gente guarda quella quindi bisogna puntare sull’essere unici. 

C’è un video o un progetto di cui vai particolarmente fiero, anche se magari ha avuto  meno successo? 

Sì, il video su Jaan Rose. Non so come mai abbia performato meno degli altri, ma è  sicuramente un progetto a cui ho lavorato tanto e di cui sono molto contento. È diverso dal  solito, ma secondo me meritava di più di quello che ha ricevuto. 

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Il sogno di una collaborazione (molto ambiziosa)

Se potessi collaborare con qualsiasi altro creator o artista, italiano o internazionale, chi  sceglieresti? Perché?  

Sceglierei Drake, perché è il mio artista preferito. Mi ha accompagnato in tutta la mia vita, in  momenti di ogni tipo, emotivamente parlando. La cosa che apprezzo di più di lui è che, per  me, ha una canzone per ogni stato d’animo. 

C’è un progetto o un format a cui stai lavorando e che non hai ancora svelato? 

Sì, c’è. Non lo svelerò oggi, ma posso dire che c’entra qualcosa con la prigione. Spero davvero  che si realizzi, ma lo rivelerò solo quando sarò sicuro al 100% che si potrà fare. Se fossi  sicuro, lo direi tranquillamente. 

Quanto è difficile per te mantenere l’autenticità in un mondo che premia la rapidità e la  frequenza nella pubblicazione? 

In realtà, quella parte la sfogo sugli altri social. Su YouTube invece vado al mio ritmo, che è  quello che mi fa stare bene.

Dentro le catacombe: paura, coraggio e amicizia

Nei tuoi viaggi hai visitato luoghi estremi come le catacombe illegali di Parigi. Cosa hai  provato a trovarti in un ambiente così proibito e claustrofobico? 

È stato bello. Non pensavo di essere claustrofobico, e invece là dentro un po’ lo sono stato.  Forse anche perché ero con un amico che aveva paura, e per dargli coraggio non potevo  permettermi di avere paura pure io. Questa cosa mi ha messo in crisi a livello mentale, però le  catacombe restano uno dei posti più belli e che ricordo con più piacere, sono molto felice di  aver vissuto questa esperienza. 

Hai intervistato personaggi molto particolari, come i Narcos in Sudamerica. Come ti  prepari psicologicamente prima di entrare in contesti così rischiosi? 

Sono una persona curiosa, e lascio che sia la curiosità a guidarmi. Non provo paura vera e  propria, perché sono affascinato da queste realtà. Le persone che ne fanno parte, poi,  apprezzano chi è sinceramente interessato. Quindi di solito non cercano di mettermi paura,  anzi, sono felici di raccontarsi. 

Dopo aver visitato città fantasma, catacombe, villaggi dimenticati… C’è un luogo che ti è  rimasto addosso più degli altri, anche emotivamente? 

Il primo posto che mi viene in mente e che mi ha colpito tanto emotivamente è quello  dei Mole People. Ma più di tutto mi ha colpito la storia della ragazza scomparsa. È stata la  cosa più forte emotivamente parlando. Spero di vivere ancora tante esperienze del genere perché sono quelle che mi restano davvero impresse. 

C’è stato un momento durante uno di questi viaggi in cui hai davvero pensato: “Forse  stavolta l’ho tirata un po’ troppo”? Se sì, qual è stato il pensiero che ti ha attraversato la  mente in quel momento? 

In realtà non l’ho mai pensato nel momento stesso. Cerco sempre di essere il più  responsabile possibile. Magari mi rendo conto dopo, rivedendo il video, che forse avrei dovuto  avere più paura. In Colombia, ad esempio, ci sono state situazioni pericolose, ma alla fine è  andato tutto bene. 

Ti svegli domani e hai la possibilità di rivivere una giornata della tua vita: quale  sceglieresti e perché? 

Bella domanda e difficilissima, credo non me l’abbiano mai fatta! Forse il giorno in cui sono  nato perché vorrei viverlo consapevolmente per capire cosa si prova a nascere.  

Il debutto teatrale: emozioni inaspettate

Hai appena fatto la “tappa zero” del tuo tour nei teatri: che emozioni hai provato salendo  su quel palco? È andata come te l’eri immaginata o ti ha sorpreso qualcosa? Cosa ti  aspetti dal tour? 

È stato molto emozionante. Sono felicissimo di aver scelto i teatri perché mi sta facendo  affrontare una mia paura che sto superando piano piano, e questo mi rende davvero fiero. Da  questo tour mi aspetto finalmente di avere un contatto diretto con le persone che mi seguono. È quello che invidio di più ai cantanti: loro ai concerti vedono il loro pubblico, io non  ho mai avuto questa possibilità. Ora finalmente potrò viverla anche io. Quindi vi aspetto a teatro, ci divertiremo! 

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Guardando avanti: come ti immagini “Ale Della Giusta” tra 5 anni? 

Mi immagino di fare qualcosa che mi piace, qualcosa per cui mi sto impegnando tanto. Può  essere quello che faccio ora o qualcosa di totalmente diverso. Ma mi aspetto cinque anni di  fatica fatta con gusto. Perché impegnarmi mi dà soddisfazione, e sono sicuro al 100% che, se  mi impegno, posso ottenere quello che voglio.

Dallo schermo al palco, Ale compie il suo salto più recente — e forse anche il più emozionante.