Il caso dell’omicidio di Alessandra Matteuzzi giunge a un punto decisivo: la Cassazione conferma la condanna a Giovanni Padovani, già riconosciuto colpevole nei precedenti gradi di giudizio.
Il femminicidio di Alessandra Matteuzzi
Il 23 agosto 2022 Alessandra Matteuzzi, 56 anni, fu uccisa sotto casa a Bologna dall’ex fidanzato Giovanni Padovani, 29enne ex calciatore e modello.
La donna, aggredita mentre era al telefono con la sorella, subì violenze brutali: calci, pugni, colpi di martello e, infine, un colpo mortale con una panchina di ferro.
Il delitto sconvolse la città e portò alla luce un contesto di violenza sistematica e ossessiva. Gli accertamenti psichiatrici condotti durante il processo stabilirono che Padovani era pienamente capace di intendere e di volere e che aveva tentato di simulare instabilità mentale per eludere le proprie responsabilità.
Le indagini e i precedenti gradi di giudizio avevano inoltre evidenziato che l’imputato considerava la vittima come un oggetto di proprietà, punendola per aver interrotto la relazione e contestando presunti tradimenti.
Giustizia per Alessandra Matteuzzi: la Cassazione si pronuncia su Giovanni Padovani
La Corte di Cassazione ha concluso il lungo iter processuale, accogliendo le richieste del procuratore generale e respingendo il ricorso della difesa, confermando l’ergastolo già inflitto da primo grado e appello.
Padovani è stato riconosciuto colpevole di omicidio aggravato da premeditazione, motivi abietti, stalking e dal vincolo affettivo con la vittima. La decisione ha rappresentato la parola finale sul caso, sancendo la gravità del crimine.
La famiglia della vittima, tramite i propri legali, ha espresso sollievo per la conferma della condanna, sottolineando che la sentenza riconosce la responsabilità dell’imputato e il dolore causato. Anche la sorella di Alessandra, presente all’udienza, ha commentato che la pena massima inflitta è giusta, pur continuando a convivere con il lutto per la perdita della donna.
“È giusto che lui paghi. Ci tenevo tantissimo, è la pena massima che si può dare. Ha distrutto la vita di mia sorella ancora prima di ucciderla, ha distrutto tutti noi. Mia sorella la giustizia l’ha avuta, io il dolore me lo porterò dietro tutta la vita”.