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Delitto di Garlasco, la richiesta dei carabinieri: "Trattate il caso come terrorismo"

Garlasco terrorismo

La richiesta nell'ambito dell'indagine sulla presunta corruzione dell'ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti.

Continuano ininterrottamente le indagini sul delitto di Garlasco, che vede ogni giorno nuovi clamorosi sviluppi. i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno chiesto alla Procura di Brescia che il caso sia trattato come terrorismo. Il motivo.

Delitto di Garlasco, la richiesta dei carabinieri: “Trattate il caso come terrorismo”

Come riscostruisce l’Agenzia La Presse, nel luglio del 2025 i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno chiesto alla Procura di Brescia di trattare il delitto di Garlasco come un caso di terrorismo o di criminalità organizzata, nell’ambito dell’indagine sulla presunta corruzione dell’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti.

La richiesta, firmata dal maggiore Federico Smerieri e indirizzata al procuratore Francesco Prete, riguarda le 16 utenze telefoniche appartenenti a ex carabinieri di Pavia, ovvero Silvio Sapone, Giuseppe Spoto e Antonio Scoppetta che, ricordiamo, è già stato condannato a 4 anni e mezzo nell’inchiesta Clen, condotta dalla Procura di Pavia. Ma, qual è lo scopo della richiesta di trattare il caso come terrorismo?

“Applichiamo la legge sul terrorismo”. Garlasco, la strategia dei carabinieri ha un preciso scopo

La richiesta da parte del Nucleo investigativo di Milano alla Procura di Brescia, di trattare il delitto di Garlasco come un caso di terrorismo, permetterebbe di aggirare alcune limitazioni sulla privacy e di poter avere i tabulati telefonici per più tempo. I carabinieri hanno chiesto di poter applicare la legge del 2017, legge che recepisce la direttiva europea sulla lotta al terrorismo e che consente, nei casi più gravi, la conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico fino a 6 anni, invece che 2. Grazie a questa legge, i carabinieri potrebbero venire in possesso dei tabulati del 2019, due anni dopo quindi l’archiviazione di Andrea Sempio, avvenuta nel 2017. Si aspetta dunque la decisione da parte della Procura di Brescia.