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Aumentano i casi di morbillo in Europa

Morbillo

Il morbillo è tornato anche in Italia. I dati dei casi non sono incoraggianti, nemmeno a livello europeo, dove ci sono stati aumenti fra il 2022 e il 2023.

Quando parliamo di morbillo sembra quasi che ci riferiamo a una malattia ormai passata, d’altri tempi. Nulla di più falso, infatti è tornata prepotentemente in Europa, compresa l’Italia. I dati fanno paura.

Aumentano i casi di morbillo

A livello europeo, il morbillo è stato registrato con una frequenza maggiore, se mettiamo a confronto i casi del 2022 e quelli del 2023.

Anche in Italia, specialmente a partire da settembre del 2023: da quel mese fino a marzo del 2024 sono stati registrati 30 casi di infezione.

Sempre parlando di numeri invece, i casi in Europa sono saliti di 60 volte rispetto al 2022. A rilasciare questi dati sono state l’Oms, la Commissione Europea e l’Unicef, in una dichiarazione congiunta.

La crescita dei casi è la conseguenza del fatto che negli ultimi anni ci sono stati meno vaccini, o meglio: 1,8 milioni di bambini non hanno potuto accedervi.

Le istituzioni quindi ribadiscono l’importanza di garantire la vaccinazione contro il morbillo a tutti e ovunque.

Nella dichiarazione si legge anche l’impegno per una sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui benefici dei vaccini, allo scopo di rafforzare la fiducia in questo rimedio fondamentale per proteggere i bambini dalle infezioni come appunto il morbillo.

Il morbillo in Italia

C’è stato un periodo in cui il morbillo era praticamente sparito, parliamo degli anni della pandemia di Covid-19. Ora è ricomparso anche in Italia, specialmente a Milano, dove sono stati attestati in pochi mesi 30 casi, per alcuni dei quali è stato necessario il ricovero.

Abbiamo parlato di bambini ma la malattia colpisce anche gli adulti e in effetti gran parte dei casi milanesi, sono adulti che in media hanno 33 anni.

La maggior parte delle infezioni è dovuta a viaggi esteri ma ci sono anche casi autoctoni. A Milano e zone limitrofe il morbillo è in aumento e le infezioni coinvolgono anche gli operatori sanitari.

Non possiamo parlare di epidemia, però è importante vaccinarsi e soprattutto prestare attenzione ai sintomi come febbre ed eruzioni cutanee.