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Bambini fantasma a Torino, 6 e 9 anni: assenti da ogni registro ufficiale

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Due bambini fantasma, nascosti a tutti, vivevano isolati in una cascina a Lauriano: la drammatica scoperta dei carabinieri nel Torinese.

Nel cuore di Torino, due bambini fantasma, invisibili agli occhi della società e delle istituzioni, sono stati rinvenuti in condizioni drammatiche dalle forze dell’ordine. Isolati in una cascina a Lauriano, senza alcun contatto con il mondo esterno, questi piccoli sono riusciti a sfuggire a ogni controllo: non erano iscritti a scuola né registrati all’anagrafe. La loro esistenza nascosta solleva interrogativi inquietanti su come sia possibile che due minori possano vivere nell’ombra, privi di diritti fondamentali e protezioni.

Bambini fantasma a Torino: il ritrovamento choc

Due bambini di sei e nove anni non risultano registrati all’anagrafe e non hanno mai frequentato la scuola. Quasi incapaci di parlare e privi delle abilità di lettura e scrittura, sono stati trovati dai carabinieri durante lo sgombero di un cascinale a Lauriano Po, reso necessario dopo l’ultima alluvione. I piccoli, ancora con i pannolini, vivevano in condizioni igienico-sanitarie estremamente precarie.

I genitori, una coppia olandese di 54 e 38 anni, avrebbero spiegato che i figli erano arrivati lì da sole due settimane. Tuttavia, il padre, un artista che lavora il metallo e che secondo i media locali sarebbe ossessionato dai virus, risultava residente nel comune piemontese da almeno tre anni. Questa storia, definita quella dei “fratellini fantasma”, ha profondamente colpito la comunità locale, con il sindaco in prima linea nella presa di coscienza del caso.

Bambini fantasma a Torino, 6 e 9 anni: mai iscritti a scuola né all’anagrafe

Secondo quanto riportato da La Repubblica, la madre, priva di una dimora stabile, insieme al marito sostiene che i bambini abbiano seguito un percorso di istruzione parentale. Tuttavia, senza documenti, per lo Stato italiano quei minori semplicemente non risultano mai esistiti. La situazione si sarebbe aggravata con l’inizio della pandemia da Covid-19 nel 2020, quando i bambini sono stati tenuti chiusi in casa per timore dei virus.

La procura per i minori ha avviato una procedura di adottabilità tuttora in corso, revocando la responsabilità genitoriale ai due olandesi. Attualmente, i bambini sono affidati a comunità protette.

Il Ciss di Chivasso ha preso in carico la situazione, impegnandosi a garantire ai bambini un’istruzione adeguata, cure mediche e il riconoscimento ufficiale attraverso il rilascio dei documenti necessari. La sindaca ha definito il caso “delicato”, evidenziando come l’obiettivo principale sia aiutare i piccoli a recuperare un equilibrio, dopo anni trascorsi in condizioni di scarsa igiene, isolamento totale, privazione di stimoli cognitivi, mancanza di rapporti con coetanei, assenza di accesso a scuola e assistenza sanitaria, e senza alcun documento: un vuoto assoluto che ha segnato la loro infanzia.