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Un aumento preoccupante
Negli ultimi due anni, il numero dei giovani detenuti nelle carceri minorili italiane ha subito un incremento significativo, passando da 381 a 587 unità. Questo rappresenta una crescita del 54%, un dato che non può passare inosservato. La situazione è ulteriormente aggravata dalla recente introduzione del decreto Caivano, che ha facilitato il trasferimento degli ultra diciottenni dal circuito minorile a quello per adulti.
Questo cambiamento ha interrotto bruscamente i percorsi educativi di molti ragazzi, rendendo il recupero ancora più difficile.
Le conseguenze del decreto Caivano
Il decreto Caivano ha avuto un impatto diretto sulle vite di molti giovani. Nel 2024, sono stati effettuati 189 trasferimenti, un aumento dell’80% rispetto all’anno precedente. Questi trasferimenti non solo interrompono il processo educativo, ma possono anche portare a un aumento della recidiva. La mancanza di un adeguato supporto educativo e psicologico in contesti penitenziari per adulti rende difficile per i giovani reintegrarsi nella società. L’associazione Antigone, nel suo rapporto ‘Senza Respiro’, ha messo in evidenza queste problematiche, sottolineando la necessità di un intervento urgente.
La necessità di un cambiamento
È fondamentale che le istituzioni prendano coscienza di questa situazione e agiscano di conseguenza. La crescita del numero di giovani detenuti richiede un approccio più umano e educativo, piuttosto che punitivo. Investire in programmi di recupero e reinserimento sociale è essenziale per garantire un futuro migliore a questi ragazzi. Solo attraverso un cambiamento di paradigma sarà possibile ridurre il numero di giovani in carcere e migliorare le loro prospettive di vita.