Coronavirus, la bufala sull'Inps e sulle pensioni al 50%

Circola su WhatsApp una bufala relativa alle conseguenze su Inps e pensioni dell'emergenza coronavirus.

Una bufala sull’Inps e sulle pensioni sta spaventando gli italiani già messi alla prova dall’emergenza coronavirus.

Da più parti stanno giungendo infatti segnalazioni di un messaggio ricevuto via WhatsApp. Diversi utenti del servizio di messaggistica istantanea hanno letto loro malgrado una presunta circolare Inps a tema coronavirus. Il testo è inviato dal numero 3518091911 e contiene lo screenshot di un documento intitolato “Direzione Centrale Pensioni.pdf”. Nel documento si afferma che le pensioni degli italiani, a causa dell’emergenza coronavirus che si è abbattuta anche sull’Inps, saranno dimezzate ad aprile.

Coronavirus e Inps: una grande bufala

“Con il presente messaggio n. 1003 – si legge su WhatsApp – si comunica che a seguito del protrarsi dell’attuale situazione di emergenza, il pagamento delle pensioni per il mese di aprile avverrà in forma ridotta del 50%, per poi essere recuperato integralmente nel mese di agosto”.

Una bufala grossa quanto una casa ma che sta spaventando i pensionati Inps. La circolare è firmata da un tale Vincenzo Cairoli in qualità di “Direttore Generale Vicario”.

Nessuna traccia della circolare

Sul sito web dell’Istituto di Previdenza non c’è traccia della circolare. L’unico documento simile riguarda la circolare numero 34 concernente la pensione di inabilità per soggetti affetti da malattie.

Non esiste nemmeno un Vincenzo Cairoli. Il direttore generale dell’Inps è Gabriella Di Michele. Una fake news bella e buona, insomma, che non lascia in pace gli ignari utenti nemmeno in questo periodo di emergenza. Le bufale sul coronavirus e sull’Inps fanno leva sul clima di ansia che giustamente alberga in tutti gli italiani in questi momenti.

Coronavirus: il tempo delle fake news

Quella del coronavirus e dell’Inps non è l’unica bufala che circola in queste ore.

Sia sui social sia su WhatsApp le istituzioni stanno facendo i conti con allarmi e segnalazioni inesistenti. Addirittura in alcuni casi circolano messaggi audio di presunte disinfestazioni da effettuare con il sale che costringerebbero tutti in casa.