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Tasso di mortalità Coronavirus: i dati per età, sesso e patologie pregresse

Tasso di mortalità da Coronavirus: i dati

Uno studio pubblicato dal Chinese Journal of Epidemiology sul Coronavirus illustra il tasso di mortalità del virus di Wuhan.

Lunedì 17 febbraio 2020 il Chinese Journal of Epidemiology ha diffuso quello che possiamo ritenere il più importante studio epidemiologico sul tasso di mortalità da Coronavirus. Fondato nel 1956, il periodico di stampo accademico da sempre si occupa di pubblicare articoli e report dagli studi condotti su territorio cinese.

Tasso di mortalità del Coronavirus per età

Presi in esame 72.314 pazienti, di cui 44.672 casi di Coronavirus confermati, il Chinese Journal of Epidemiology conferma che il tasso di mortalità aumenta con l’età: si passa dallo 0,2% (10-39 anni) al 14,8% per infetti dagli 80 anni in su. Nessuna vittima invece al di sotto dei 9 anni, forse per via della velocità con la quale il loro sistema immunitario risponde agli attacchi, secondo quanto dichiarato dal virologo Roberto Burioni.

I dati

  • 0-9 anni: nessun morto
  • 10-19 anni: 0,2%
  • 20-29 anni: 0,2%
  • 30-39 anni: 0,2%
  • 40-49 anni: 0,4%
  • 50-59 anni: 1,3%
  • 60-69 anni: 3,6%
  • 70-79 anni: 8,0%
  • 80+ anni: 14,8%

Sesso e patologie pregresse

Dati alla mano, il periodico cinese riporta che il virus risulterebbe più letale per il sesso maschile piuttosto che quello femminile: 2,8% contro 1,7%. Tra i fattori che rendono più pericolosa l’epidemia da Coronavirus, il fumo: in Cina vive circa un terzo dei fumatori di tutto il mondo, di cui il 50% è rappresentato dagli uomini e solo il 2% dalle donne.

Come sappiamo, anche la presenza di gravi malattie preesistenti come diabete, ipertensione, tumore, insufficienza respiratoria cronica e problemi cardiovascolari sono terreno fertile per il Coronavirus. Soprattutto negli adulti dai 70 anni in su, in questi casi il rischio di mortalità aumenta dato il sistema immunitario compromesso.⁠

Coronavirus e operatori sanitari

Lo studio pubblicato sul Chinese Journal of Epidemiology illustra inoltre l’incidenza del virus sullo staff medico. In Cina sono stati infettati 3.019 lavoratori in ambito sanitario, di cui 1.716 casi confermati. Cinque di questi sono purtroppo deceduti l’11 febbraio 2020, ultimo giorno di raccolta dati per la ricerca.

Sempre nell’ambito dei risultati raccolti negli ospedali cinesi, sembra che l’80,9% delle infezioni da Coronavirus si possano classificare come “leggere”, il 13,8% “importanti” e solo il 4,7% come “critiche”.

Un report importante

Secondo alcuni scienziati, ci potrebbe essere un numero di infetti dieci volte superiore rispetto a quanto riportato: questo significa un tasso di mortalità ancora più basso. Nonostante sia possibile studiare solo i casi noti, questo studio epidemiologico sul virus sembra essere il più dettagliato finora.

A quanto si evince dai dati espressi nel Chinese Journal of Epidemiology, il picco dell’epidemia sarebbe avvenuto nel tardo gennaio, anche se è presto per dirlo con certezza. Quello che risulta chiaro è la rapidità con la quale il Coronavirus si è diffuso, nonostante la Cina stia facendo di tutto per contenerlo.