Coronavirus e carovacanza: aumenti fino al 20 per cento per chi parte

Aumenti fino al 20 per cento per strutture ricettive, spiagge e servizi vari: il coronavirus porterà al cosidetto "carovacanze". I dati del Codacons.

Con l’apertura delle regioni e l’arrivo dell’estate, gli italiani pensano al dove trascorrere le vacanze.

Per il coronavirus però, scatta il carovacanza per recuperare i costi di sanificazione e distanziamento per le strutture ricettive: il Codacons prevede rincari fino al 20% per alberghi, trasporti e affitti. I rincari, però coinvolgeranno anche coloro che resteranno in città. I rincari non risparmieranno nessuno: il rialzo medio per la ristorazione sarà del 9 per cento, quello delle strutture ricettive dell’8 per cento, mentre quello per il trasporto aereo e via mare sarà rispettivamente un aumento del 15 e del 12 per cento.

Carovacanza, aumenti fino al 20% per il coronavirus

Molte strutture alberghiere e ricettive sono rimaste chiuse in questo periodo, a causa dell’emergenza sanitaria. Adesso, superato il picco, si stanno preparando ad accogliere turisti italiani e non.

Ma a che prezzo? La riapertura prevede il rispetto delle misure di sicurezza, che comprendono il distanziamento sociale e la sanificazione degli ambienti, oltre ad altri lavori di adattamento svolti in questi mesi.

Le strutture devono quindi recuperare i soldi spesi per la ristrutturazione e fare i conti con un numero di turisti che sarà molto inferiore rispetto agli anni precedenti.

La prima tentazione è quella che prevede dei rincari fino al 20 per cento per far quadrare i conti. Lo prevede il Codacons, che però sconsiglia agli esercenti di rifarsi sui consumatori.

Antonio Capacchioni, presidente del Sindacato del Balneari, dice che gli aumenti saranno inevitabili: “Noi calcoliamo che solo il 20 per cento degli italiani andrà in vacanza e non sappiamo ancora quanti stranieri arriveranno. E cosa succederà? Le strutture che godono di ampi spazi, come quelle venete o romagnole, pur avendo i costi di sanificazione, potranno permettersi di non ritoccare le tariffe.

Mentre là dove le spiagge non sono molto profonde, in Salento, Liguria, sulla costa tirrenica, le postazioni si ridurranno del 50%, e per forza ci saranno aumenti. Ma contenuti al 10 per cento ritengo: non ci si può permettere di perdere la clientela”.

Aumenti anche per chi resta in città

I rincari dovuti alle spese sostenute durante la chiusura per il coronavirus toccheranno anche chi resta in città. Estetisti e parrucchieri hanno registrati rincari tra il 20 e il 25 per cento, ma non solo.

In questi mesi sono aumentati anche i prezzi di beni di prima necessità, come frutta, verdura, prodotti per la pulizia della casa e altro, come denuncia l’Unione dei Consumatori.