Gimbe: "Progressivo aumento contagi nelle ultime due settimane di luglio"

Nelle ultime due settimane di luglio si è registrato un aumento dei contagi: per la Fondazione Gimbe l'emergenza sanitaria non è risolta.

La diminuzione dei ricoveri ospedalieri non significa che l’emergenza sanitaria è finita: lo ha chiarito la Fondazione Gimbe, che mette in guardia sui rischi del coronavirus.

Mentre tra gli italiani vengono meno le buone abitudini, come distanziamento sociale e igiene personale, diminuiscono drasticamente gli acquisti di mascherine e gel igienizzanti. Nelle ultime due settimane di luglio, infatti, si è registrato un progressivo aumento dei contagi: lo dimostrano i dati diffusi dalla Fondazione Gimbe.

Aumento dei contagi: i dati diffusi da Gimbe

Non sono positivi gli ultimi dati diffusi dalla Fondazione Gimbe. Tra il 29 luglio e il 7 agosto, infatti, è aumentato il numero di italiani positivi al virus. Dai 1378 rilevati nel periodo 15-21 luglio si arriva ai 1931 segnalati nell’ultima settimana. Il quadro epidemiologico subisce quindi un incremento pari all’11,2%. A destare ancora più preoccupazione è la lieve diminuzione del numero di tamponi eseguiti.

Stabile il numero di pazienti ricoverati, mentre si segnala un lieve aumento dei ricoverati con sintomi: 761 negli ultimi giorni di luglio, contro i 749 della settimana precedente. Negli ultimi sette giorni, si registrano 48 decessi (+0,1%), un ricovero in più in terapia intensiva e 12 nuovi ricoverati con sintomi, (+1,6%).

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione, ha spiegato: “Quale indicatore della diffusione del contagio abbiamo rivalutato la distribuzione geografica dei 12.482 casi attivi al 4 agosto.

I casi “attualmente positivi”, secondo la denominazione della Protezione Civile, son diminuiti complessivamente di 127 unità rispetto alla settimana precedente”. Il 46,1% si concentra in Lombardia, il 35,5% si distribuisce tra Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio. Il restante 18,4% è da suddividere in 16 Regioni e Province autonome.

Le raccomandazioni per cittadini e governo

“Davanti a numeri in progressivo rialzo, si conferma la necessità di aderire ai comportamenti raccomandati“, ha ribadito il presidente della Fondazione.

Quindi ha precisato: “Dal distanziamento sociale all’uso della mascherina negli ambienti pubblici al chiuso e all’aperto, dove non è possibile mantenere la distanza minima di un metro, al rispetto del divieto di assembramenti”.

Inoltre, secondo Cartabellotta: “Alla vigilia del nuovo DPCM, il governo non può non tenere conto di questi dati nel dettare le regole per le prossime settimane (o mesi)”. Alle autorità sanitarie, invece, il compito di “potenziare la sorveglianza epidemiologica, sia per identificare e circoscrivere i focolai sia per individuare tempestivamente i casi di importazione dall’estero, potenziando il testing rapido nei principali hub di ingresso nel Paese”.