Terrapiattisti cercano la fine del mondo, ma si fermano ad Ustica

Due terrapiattisti sbarcano ad Ustica: era diretti a Lampedusa da loro intesa come la fine del mondo.

Una coppia di terrapiattisti, durante il lockdown, è partita da Venezia per cercare la fine del mondo e dimostrare la valenza della propria tesi.

Il viaggio, però, si è dimostrato essere una vera odissea che, in alcuni punti, ha assunto dei tratti prettamente tragicomici. A raccontare la vicenda è stato Salvatore Zichichi, medico dell’ufficio di sanità marittima del Ministero della Salute che solitamente si occupa di migranti, in un’intervista a La Stampa. La coppia era convinta che la fine del mondo, piatto naturalmente, fosse a Lampedusa. Per questo i due hanno viaggiato in auto fino a Termini Imerese, hanno venduto la loro vettura e acquistato una barca con cui hanno tentato di circumnavigare la Sicilia e raggiungere l’isola famosa alle cronache per gli sbarchi dei barconi provenienti dal Nord Africa.

La navigazione si è però rivelata più dura del previsto e dunque il loro viaggio si è interrotto ad Ustica.

Terrapiattisti ad Ustica, cercavano la fine del mondo

Da qui, i due sono stati scortati a Palermo e posti in quarantena precauzionale per quindici giorni, a bordo della loro barca. Inutili i tentativi di scappare: i due sono stati controllati a vista e sono tornati a casa, legalmente e via terra, solo quando le misure imposte per il contenimento del coronavirus sono state allentate

“La cosa divertente – ha commentato Zichichi – è che si orientavano con la bussola, strumento che funziona sulla base del magnetismo terrestre, principio che loro, da terrapiattisti, dovrebbero rifiutare