Riccardo Magi, deputato e leader del partito +Europa, ha scelto un modo decisamente originale per far sentire la sua voce in Parlamento. Entrato alla Camera dei deputati travestito da fantasma, ha suscitato un forte scalpore, culminando con la sua espulsione. Un gesto provocatorio che, secondo Magi, mirava a denunciare una situazione politica che considera insostenibile.
Tuttavia, quale messaggio si nasconde dietro questa protesta così eclatante?
La reazione di Matteo Renzi alla protesta di Magi
“Quella di Magi è una pagliacciata che non serviva. Vestirsi da fantasma è l’ennesimo regalo alla Premier: toglie visibilità ai contenuti seri e regala facile propaganda alla destra”.
Renzi ne approfitta per lanciare una stoccata alla Meloni, affermando che frequenta raramente il Parlamento. Quando decide di esserci, aggiunge, va messa alla prova sui contenuti, come hanno fatto bene oggi Boschi e Schlein. Secondo lui, infatti, quando si entra nel merito dei temi, la Meloni balbetta e non sa cosa rispondere.
Il deputato Magi entra alla Camera vestito da fantasma e viene espulso: il motivo della protesta
Riccardo Magi, deputato e leader di +Europa, è stato espulso dalla Camera dopo essersi presentato travestito da fantasma per protestare contro la campagna governativa di astensione sui referendum dell’8 e 9 giugno. Secondo Magi, l’esecutivo di Giorgia Meloni non sta informando adeguatamente i cittadini sui temi in votazione.
Mentre il deputato leghista Riccardo Molinari poneva un’interrogazione alla presidente Meloni, Magi ha lanciato la sua protesta, accusando il governo di cercare di silenziare il dibattito e ostacolare la partecipazione. L’invito all’astensionismo non è nuovo e mira a non raggiungere il quorum, necessario per validare i risultati referendari.
“Si ricorda presidente Meloni quando accusava i governi di silenziare i referendum, di sfavorire la partecipazione? Se lo ricorda? Era il 2016”, ha commentato Magi mentre veniva portato via dall’Aula.