Giappone, finita l'emergenza: 851 morti e niente lockdown

Finita l'emergenza in Giappone, con "solo" 851 morti e senza lockdown: come è stato possibile?

“Ho deciso di porre fine allo stato di emergenza in tutta la nazione”, sono state queste le parole con cui il primo ministro del Giappone, Shinzo Abe, ha annunciato la fine dell’emergenza coronavirus nel suo paese.

A stupire in positivo è il fatto che in Giappone le vittime per il Covid-19 siano state “soltanto” 851 e che i cittadini non siamo mai stati realmente sottoposti ad una privazione della proprio libertà, ad un lockdown come abbiamo preso a chiamarlo da qualche mese a questa parte. “In poco più di un mese e mezzo, abbiamo quasi portato sotto controllo la situazione”, ha detto sempre Abe, ma viene da chiedersi se il paese nipponico sia stato solo molto più fortunato degli altri, oppure abbia messo in campo delle misure più efficaci.

Giappone, finita l’emergenza senza lockdown

Il Giappone ha affrontato l’emergenza in modo diverso rispetto a tanti altri paesi, tra cui anche l’Italia.

Ha iniziato chiudendo da subito i propri confini – scelta adottata questa anche dal governo Conte – e ha vietato l’accesso ai viaggiatori stranieri che avevano visitato molti paesi colpiti. Ha poi imposto il distanziamento sociale ai proprio cittadini, senza però chiudere del tutto ristoranti e e negozi ai quali è stata solo imposta una semplice riduzione dell’orario di lavoro. A chiudere del tutto sono stati invece bar karaoke, locali con musica dal vivo e palestre, scelta che tra l’altro viene confermata anche per le prossime settimane.

Ora i funzionari giapponesi hanno dichiarato superato lo stato di emergenza, ma hanno anche invitato i proprio connazionali ad adattarsi ad un nuovo stile di vita, indossando la mascherina, favorendo la smart working e evitando soprattutto viaggi per scopi non essenziali.

Per Mikihito Tanaka, un professore dell’Università di Waseda specializzato in comunicazione scientifica e membro di un gruppo pubblico di esperti sul nuovo virus, “Solo osservando i numeri delle morti, si può dire che il Giappone ha avuto successo”.

In effetti guardando il numero dei decessi per coronavirus nel paese asiatico, fermo a 851 unità, viene da chiedersi come sia stato possibile contenere in tal misura i morti, soprattutto considerando l’alto tasso di densità della popolazione e un’età media molto alta. Dato quest’ultimo che spinge lo stesso Tanaka ad affermare che “anche gli esperti non ne conoscono il motivo”.

Giappone, il ritorno alla normalità

Ora occorrerà valutare come il Giappone reagirà al ritorno alla normalità.

Il ministro della Rivitalizzazione economica, Yasutoshi Nishimura, ha dichiarato a Kyoto News che la situazione dei contagi verrà analizzata ogni tre settimane e, in base ai nuovi numeri, si valuterà se prendere o meno delle ulteriori misure per facilitare la guida attualmente in atto.