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Femminicidio nelle Marche: marito fermato e sequestrata la presunta arma del delitto

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Femminicidio nelle Marche: donna uccisa a Pianello Vallesina, marito fermato e sequestrata la presunta arma del delitto.

La morte di Sadjide Muslija, 49 anni, operaia di Pianello Vallesina, mette nuovamente in luce il drammatico fenomeno del femminicidio in Italia. La donna, vittima di violenze reiterate da parte del marito, era tornata a convivere con lui dopo un precedente fermo per maltrattamenti, in un contesto in cui le denunce e i percorsi di recupero per l’aggressore non hanno impedito l’escalation di violenza culminata nel delitto nelle Marche.

La svolta nella serata di oggi, giovedì 4 dicembre: l’uomo è stato rintracciato.

Femminicidio nelle Marche: Sadjide Muslija uccisa a 49 anni

Tragedia a Pianello Vallesina, nel comune di Monte Roberto (Ancona), dove Sadjide Muslija, 49 anni, operaia di origine macedone, è stata ritrovata senza vita nella sua abitazione. La donna presentava evidenti segni di percosse e gravi lesioni al cranio e al corpo. La vittima aveva denunciato ripetutamente gli abusi subiti dal marito, Nazif Muslija, un operaio di 50 anni, che da circa due anni la maltrattava.

Nel corso degli ultimi mesi la situazione era precipitata: l’uomo, già arrestato ad aprile per aggressione con un’ascia e patteggiato a un anno e dieci mesi con obbligo di seguire un percorso per uomini maltrattanti, era tornato a vivere con la moglie dopo che lei aveva ritirato la causa di separazione. Il femminicidio, consumato in casa, segna l’epilogo drammatico di un’escalation di violenze che la donna aveva subito per anni.

Femminicidio nelle Marche, svolta nel caso: il fermo e l’arma sospetta

Dopo la scoperta del corpo, Nazif Muslija è risultato irreperibile fino a oggi, quando i carabinieri lo hanno individuato ferito e riverso al suolo in una zona impervia di Matelica (Macerata). Come riportato da Rai News, la sua auto era stata lasciata nelle vicinanze.

Sul luogo del delitto, i militari del Nucleo Investigativo e della Sezione Investigazioni Scientifiche hanno sequestrato un tubo di ferro da cantiere, trovato appoggiato all’esterno dell’abitazione. Il tubo, vuoto all’interno e con tracce ematiche, è al momento analizzato per verificare se possa essere compatibile con le ferite riportate dalla donna e se vi siano impronte dell’uomo.