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Fisco: pm Milano, condannare a 3 anni ex compagno Santanché

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Milano, 17 apr. (Adnkronos) - Tre anni e la confisca di 393mila euro, pari al valore della barca 'Unica'. E' la richiesta che il pm di Milano Paolo Filippini ha pronunciato nei confronti di Canio Mazzaro, ex compagno della ministra del Turismo Daniela Santanché (la cui posizion...

Milano, 17 apr. (Adnkronos) – Tre anni e la confisca di 393mila euro, pari al valore della barca 'Unica'. E' la richiesta che il pm di Milano Paolo Filippini ha pronunciato nei confronti di Canio Mazzaro, ex compagno della ministra del Turismo Daniela Santanché (la cui posizione è stata archiviata dalla procura lo scorso gennaio), imputato per la presunta sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte legato alla vendita dello scafo. "Una vendita – per l'accusa – finalizzata soltanto a far sparire l'unico bene aggredibile e il suo provento: la barca sparisce e spariscono i soldi e così frustra definitivamente ogni pretesa del fisco".

L'indagine da parte del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza riguarda la vendita nell'aprile del 2019 della barca, di proprietà di Mazzaro, a una società all'epoca rappresentata da Santanché e la successiva cessione a una società con sede a Malta. Per l'accusa, Mazzaro – al centro di un accertamento dall'Agenzia delle Entrate per una presunta evasione fiscale e con debiti con il fisco – avrebbe venduto la sua imbarcazione alla società Biofood Italia srl, con sede a Milano e rappresentata da Santanché, per 393mila euro. Una vendita, secondo l'accusa, che sarebbe avvenuta senza che venisse versato alcun corrispettivo a Mazzaro. Una ventina di giorni dopo, la stessa barca sarebbe stata invece ceduta a una società di diritto maltese, la Flyingfish Yachting Ltd. Una ricostruzione in cui manca "la sussistenza dell'elemento soggettivo" per cui non si può sostenere – a dire della stessa procura – che la senatrice di Fratelli d'Italia fosse a conoscenza del debito con il fisco di Mazzaro, tanto da chiederne subito l'archiviazione.

Per la difesa, rappresentata dall'avvocato Matteo Mangia, "manca il presupposto dell'accusa" che dimostri che si tratti di spese personali, per questo chiede "l'assoluzione perché il fatto non sussiste". La sentenza del giudice Emanuele Mancini è attesa nella prossima udienza in programma il 12 giugno.