> > Ricerca: Italia riscrive viaggio Herpes, così dall'Africa conquis...

Ricerca: Italia riscrive viaggio Herpes, così dall'Africa conquistò mondo

default featured image 3 1200x900

Milano, 13 gen. (AdnKronos Salute) - Molti nel mondo l'hanno sperimentato sulla propria pelle, magari chiedendosi da dove arrivi quel virus in grado di rovinare il sorriso nei momenti più inopportuni. Un team di scienziati italiani ha scavato nel passato dell'Herpes simplex ed &egra...

Milano, 13 gen. (AdnKronos Salute) – Molti nel mondo l'hanno sperimentato sulla propria pelle, magari chiedendosi da dove arrivi quel virus in grado di rovinare il sorriso nei momenti più inopportuni. Un team di scienziati italiani ha scavato nel passato dell'Herpes simplex ed è riuscito a dare una risposta precisa a questa domanda, concentrandosi sulla storia e le origini di due patogeni estremamente diffusi nelle popolazioni umane – i virus Herpes simplex di tipo 1 e 2 – e rivedendo la datazione che era stata attribuita alla loro dispersione dall'Africa, dove hanno avuto origine.

A sorpresa – secondo quanto ricostruito dai ricercatori dell'Irccs Medea di Bosisio Parini (Lecco), in collaborazione con l'università degli Studi di Milano, nella ricerca pubblicata su 'Molecular Biology and Evolution' – il viaggio dei due virus verso la 'conquista' del mondo non è il frutto di antiche migrazioni dal continente nero, ma di eventi più recenti, come la tratta degli schiavi del XVIII secolo. La storia di questi due patogeni è dunque una storia che parla di deportazioni di milioni di persone.

L'Herpes simplex di tipo 1 è molto comune e causa prevalentemente manifestazioni orofacciali, quindi a livello del viso con particolare accanimento su bocca e dintorni. Il tipo 2 è meno frequente ed è di solito responsabile di herpes genitale. Entrambi, ricordano gli esperti, possono anche causare malattie molto gravi tra cui encefalite non epidemica e herpes neonatale, con virus generalmente trasmesso dalla madre al parto e conseguenze che possono essere serie per il neonato.

Lo studio, guidato dal gruppo di bioinformatica dell'Irccs lecchese con la Statale, parte da molto lontano. Come per altri virus appartenenti alla famiglia degli Herpesviridae (ad esempio il virus della varicella, il virus della mononucleosi, il citomegalovirus), Herpes simplex 1 e 2 sono molto simili a patogeni che infettano le grandi scimmie africane, sottolineano gli esperti. In molti casi questi microbi si sono evoluti insieme ai propri ospiti e hanno infettato la nostra specie da quando ha avuto origine in Africa (circa 200.000 anni fa).

Ad oggi, l'Africa rimane il continente in cui i virus herpes simplex 1 e 2 sono più diffusi. Da qui si è ipotizzato che i ceppi virali che oggi ci infettano abbiano lasciato l'Africa in tempi molto antichi, cioè durante l'evento migratorio che circa 60.000 anni fa portò gli esseri umani a popolare tutti gli altri continenti. Ma gli scienziati hanno dimostrato che in realtà la storia evolutiva di questi due virus è più complessa.

"Abbiamo analizzato la diversità dei due virus in relazione alla loro provenienza geografica – spiega Diego Forni dell'Irccs Medea – e abbiamo notato come virus derivanti da continenti differenti non fossero particolarmente diversi, un'osservazione che non è in accordo con l'ipotesi di migrazione antica. I nostri dati, tuttavia, indicavano chiaramente che i due virus hanno avuto origine in Africa. Abbiamo quindi pensato che fosse necessario stimare quando i ceppi virali che circolano oggi tra le popolazioni umane abbiano lasciato il continente africano".

Oggi, spiega Manuela Sironi (Irccs Medea), "grazie anche allo studio di virus rinvenuti in resti archeologici, la comunità scientifica ha una migliore conoscenza della velocità con cui evolvono le specie virali e abbiamo quindi a disposizione metodi piuttosto precisi che consentono di datare l'origine e la dispersione dei virus". Proprio queste metodiche sono state applicare dai ricercatori tricolore. "Abbiamo quindi stimato che i ceppi oggi circolanti di virus Herpes simplex 1 sono migrati dall'Africa circa 5.000 anni fa. Ancora più recente l'uscita del virus Herpes simplex 2, che probabilmente avvenne nel XVIII secolo".

Quest'ultimo risultato per gli autori dello studio è interessante perché consente di mettere in relazione dati epidemiologici ed eventi storici: il XVIII secolo, infatti, è il momento culminante della tratta transatlantica degli schiavi. In questi 100 anni milioni di persone furono deportate dall'Africa alle Americhe. Probabilmente, questa migrazione forzata di esseri umani determinò anche l'iniziale diffusione del virus Herpes simplex 2 nelle Americhe, continente in cui la prevalenza del virus è più elevata che altrove ed è seconda solo all'Africa.

L'Herpes simplex 2 non è probabilmente l'unico patogeno a essere stato introdotto nel continente americano in conseguenza della tratta. Studi precedenti, ricordano gli esperti, hanno dimostrato che lo stesso avvenne nel caso del virus della febbre gialla e di un verme parassita (Schsitosoma mansoni). Per motivi ecologici questi patogeni sono rimasti confinati ad aree tropicali o subtropicali. Il virus Herpes simplex 2, concludono gli autori, non ha invece trovato barriere alla propria diffusione planetaria.