Fondi Lega: il leader Salvini vuole incontrare Mattarella

La polemica contro fondi della Lega ha stizzito il leader Salvini, che commenta: "E' un attacco alla democrazia". Ora chiede incontro con Mattarella

“E’ un gravissimo attacco alla democrazia per metterci fuori gioco”, ha dichiarato il Vicepremier Matteo Salvini.

All’indomani della polemica a danno dei fondi leghisti, il leader del Carroccio ha ufficialmente richiesto un incontro con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nessuno al Consiglio superiore della magistratura ha risposto alle critiche della Lega alla sentenza della Cassazione sui fondi del partito, ma a Palazzo dei Marescialli si è tenuto un confronto al termine del Plenum, durante il quale sarebbe stata espressa “seria preoccupazione” per parole e toni che vengono ritenuti “non accettabili”.

Sequestro dei fondi della Lega

Non si tratta di un processo politico. Come non lo sono i procedimenti fatti dalla procura di Genova per fatti che coinvolgevano esponenti di altri partiti. Qui è parte civile il parlamento italiano”. E’ il procuratore di Genova Francesco Cozzi che nella serata di mercoledì 4 luglio è tornato a parlare del sequestro dei fondi della Lega. “Si tratta solo di problemi tecnici, procedurali. Per questo ci siamo rivolti alla Cassazione, perché i nostri uffici seguono la vicenda esclusivamente sotto un profilo tecnico”, ha fatto sapere.

Nessuno al Csm risponde alle critiche della Lega alla sentenza della Cassazione sui fondi del partito. A Palazzo dei Marescialli, invece, si è tenuto un confronto al termine del Plenum. A quanto si apprende, è stata espressa “seria preoccupazione” per parole e toni che vengono ritenuti “non accettabili”.

”La decisione diventa eseguibile a condizione che la sentenza del Riesame segua il principio affermato dalla Cassazione”, ha spiegato il procuratore capo di Genova.

Così ha commentato il pronunciamento della Cassazione sul sequestro dei fondi della Lega. Il tribunale del Riesame non ha ancora fissato una data per la discussione.

La reazione di Salvini

Prosegue la polemica contro il partito del Carroccio. Salvini alza i toni, ha chiesto di salire al Colle per tenere un colloquio con il Presidente della Repubblica, per discutere sul sequestro dei fondi leghisti per una cifra pari a 49 milioni.

La Lega si dice pronta a chiedere un colloquio a Mattarella appena sarà rientrato dal suo viaggio in Lituania.

“Si tratta di un gravissimo attacco alla democrazia. L’obiettivo è quello di mettere fuori gioco per via giudiziaria il primo partito italiano. Un’azione che non ha precedenti in Italia e in Europa”, hanno fatto sapere fonti leghiste.

Stando a quanto da loro riferito, si tratta di un attacco alla Costituzione, perché si nega il diritto a milioni di italiani di essere rappresentati.

È una sentenza politica senza senso giuridico. La Lega non ha paura. C’è clima di grande tranquillità e serenità. Anche se c’è la consapevolezza che ci vogliono impedire di lavorare ed esistere”, hanno commentato dal Carroccio.

“E’ fuori da qualsiasi parametro costituzionale il tentativo da parte della Lega di coinvolgere il Presidente Mattarella in una vicenda giudiziaria che la riguarda”. A dichiararlo è l’ex presidente dell’Anm Eugenio Albamonte, attuale esponente di Area, che rappresenta le correnti di sinistra della magistratura.

“Sembra di tornare al passato quando la fibrillazione tra politica e magistratura era all’ordine del giorno e non ha mai portato a nulla di buono”, ha commentato.

Il sequestro di 49 milioni

Ad avviso dei supremi giudici, la Guardia di Finanza può procedere al blocco dei conti della Lega alla luce del decreto di sequestro, emesso lo scorso 4 settembre dal pm di Genova, senza necessità di un nuovo provvedimento per eventuali somme trovate su conti in momenti successivi al decreto.

Invece, secondo Giovanni Ponti, difensore legale della Lega, le uniche somme sequestrabili sono quelle trovate sui conti “al momento dell’esecuzione del sequestro”. Sulla basi di simili precisazioni, ne consegue l’inammissibilità delle richieste del pm di procedere anche al sequestro delle somme depositande. Secondo la difesa della Lega, il pm potrebbe chiedere la confisca “anche delle somme future” solo durante il processo di appello.

Ma dalla Cassazione procedono determinati, obiettando che i soldi sui conti potrebbero non essere stati trovati al momento del decreto “per una impossibilità transitoria o reversibile”.

Hanno poi voluto sottolineare che il pm non è tenuto a dare dettagliata spiegazione di tutte le attività di indagine svolte. “Altrimenti la funzione cautelare del sequestro potrebbe essere facilmente elusa durante il tempo occorrente per il loro compimento”, hanno detto.

Il commento leghista

“Siamo stupiti di apprendere dalle agenzie, prima ancora che dalla Cassazione, le motivazioni della sentenza per cui dovrebbe proseguire il sequestro relativo a quasi 50 milioni di euro di rimborsi elettorali”, ha commentato stizzito e incredulo Giulio Centemero, deputato della Lega e amministratore del partito.

“Forse l’efficacia dell’azione di governo della Lega dà fastidio a qualcuno, ma non ci fermeranno certo così”, ha insinuato sin da subito.

“Consci della totale trasparenza e onestà con cui abbiamo gestito il movimento. I nostri bilanci sono da anni certificati da società esterne. Non avendo conti segreti all’estero ma solo poche lire in cassa visti i sequestri già effettuati, sarà nostra premura portare in monetine da 10 centesimi al tribunale di Genova tutto quello che abbiamo raccolto come offerte da pensionati, studenti e operai durante il raduno di Pontida.

Forse l’efficacia dell’azione di governo della Lega dà fastidio a qualcuno, ma non ci fermeranno certo così”. Con queste parole la verde area leghista alza i toni. Così i leghisti si sono difesi contro le accuse portate avanti dal tribunale genoano.

Il partito salviniano continua a muoversi in difesa dei propri conti. Fonti leghiste fanno sapere che sono in fase di perfezionamento e stesura decine di querele nei confronti di chi “parla a sproposito di soldi rubati dalla Lega”.

“Quei 49 milioni di euro non ci sono, posso fare una colletta. E’ un processo politico che riguarda fatti di 10 anni fa su soldi che io non ho mai visto“. A essere coinvolto infatti, sarebbe il predecessore Umberto Bossi e i suoi fedelissimi. Salvini non era ancora ai vertici della Lega. E’ stato lo stesso Vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ad averlo precisato. Così ha commentato le motivazioni della della Cassazione sui fondi della Lega.

Di Maio sta con Salvini

A essere sceso in campo è anche l’altro Vicepremier, il grillino Luigi di Maio. Il pentastellato ha voluto dire la sua sulla questione scandalistica del sequestro dei fondi leghisti.

“Noi abbiamo sottoscritto un contratto di governo con la Lega e ci siamo dati degli obiettivi tra cui la legge anticorruzione“, ha detto sin da subito Di Maio. “Mi sembra di aver capito che la sentenza che riguarda i 50 milioni della Lega sia immediatamente esecutiva.

Per cui ora dovrebbe essere in grado di trovare i soldi”, ha spiegato.

“Il tema è che, stando a quello che dice Salvini, questi soldi non sono nelle casse della Lega perché sono stati spesi. Questa cosa non mi crea imbarazzo perché riguarda lo scandalo di Bossi e del suo cerchio magico, non l’attuale Lega“. Così il grillino ha difeso a spada tratta il collega leghista.

Quindi ha concluso: “Detto questo, per quel che mi riguarda, se c’è una sentenza c’è una sentenza”. Così Di Maio durante la conferenza stampa di presentazione del dl Terra dei fuochi. Il Decreto è stato presentato a Casal di Principe insieme al Ministro dell’Ambiente Costa.