La Francia si trova improvvisamente al centro di una crisi politica: il Parlamento ha sfiduciato il governo guidato da Bayrou, decretandone la caduta. Dopo mesi di tensioni e scontri interni, l’esecutivo non ha più la fiducia della maggioranza, aprendo una fase di incertezza e negoziazioni politiche. Ora il Paese osserva con attenzione gli sviluppi, mentre si delineano i possibili scenari per la successione e la formazione di un nuovo governo.
Tra nomi papabili, alleanze da ricomporre e strategie, la politica francese entra in un momento cruciale che potrebbe ridefinire gli equilibri istituzionali e parlamentari.
Crisi in Francia: cade il governo Bayrou
La Francia attraversa una nuova fase di instabilità politica dopo la sfiducia al premier centrista François Bayrou, costretto a dimettersi a meno di nove mesi dalla breve esperienza al potere del suo predecessore Michel Barnier. La crisi è stata scatenata dal voto sulla legge di bilancio 2026, che prevedeva 44 miliardi di euro tra tagli alla spesa e aumenti fiscali, oltre all’eliminazione di due giorni festivi, nel tentativo di contenere il crescente debito pubblico.
L’iniziativa ha incontrato l’opposizione compatta della sinistra e dell’estrema destra, provocando la caduta dell’esecutivo con 364 voti contrari e 194 favorevoli. Bayrou ha quindi presentato le sue dimissioni al presidente Emmanuel Macron, aprendo una fase di grande incertezza per il governo francese e per l’intera scena politica nazionale.
EN DIRECT | Déclaration de politique générale du Premier ministre, François Bayrou, à l’Assemblée nationale. https://t.co/arjH8hI6vc
— Gouvernement (@gouvernementFR) September 8, 2025
Crisi in Francia: cade il governo Bayrou. I possibili scenari sul tavolo
Con la caduta di Bayrou, il presidente Macron deve ora individuare un nuovo primo ministro in grado di garantire la stabilità politica e approvare il bilancio, evitando il rischio di tensioni sui mercati.
Tra i papabili emergono figure centriste come Catherine Vautrin, Sebastien Lecornu e Gérald Darmanin, ma anche esponenti della destra, tra cui Xavier Bertrand, e personalità di spicco del mondo economico e della società civile come Laurent Berger o Emmanuel Faber. Non si esclude nemmeno un nome di centro-sinistra, per cercare un equilibrio con i socialisti. Alternative più drastiche includono lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, invocato da Marine Le Pen, o le dimissioni del presidente, richieste da Jean-Luc Mélenchon, sebbene quest’ultima ipotesi sia ritenuta poco probabile.
La scelta del nuovo premier rappresenterà un momento cruciale per gli equilibri istituzionali e per la politica economica francese, con l’obiettivo di stabilizzare il Paese almeno fino alle elezioni presidenziali del 2027.