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Gaza, Hamas rilascia tutti gli ostaggi: attesa per il summit a Sharm el-Sheikh

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A Gaza Hamas libera tutti gli ostaggi, consegnandoli alla Croce Rossa. Cresce l’attesa per il vertice di pace a Sharm el-Sheikh.

Una nuova pagina di speranza sembra aprirsi nel lungo conflitto tra Israele e Hamas. Dopo mesi di trattative e tensioni, le prime ore di oggi hanno segnato un momento storico: sono stati rilasciati i primi sette ostaggi israeliani trattenuti a Gaza dal 7 ottobre 2023, seguiti dalla consegna di tutti gli altri. L’evento, accolto con emozione in tutto il Paese, coincide con un’importante iniziativa diplomatica internazionale: il vertice a Sharm el-Sheikh, dove leader di oltre venti nazioni si riuniranno nel pomeriggio per definire le basi di un cessate il fuoco duraturo e di un piano di ricostruzione per la Striscia.

Il rilascio di tutti gli ostaggi: tra speranza e commozione in Israele

In Israele la mattina del rilascio dei primi sette ostaggi da Gaza è stata segnata da un misto di emozione, attesa e speranza. Il presidente Isaac Herzog ha definito la giornata “un momento di grande preghiera e fiducia”, auspicando che presto tutti i prigionieri possano tornare a casa.

Hamas ha consegnato i primi sette ostaggi – Guy Gilboa-Dalal, Alon Ohel, Omri Miran, Gali e Ziv Berman, Matan Angrest ed Eitan Mor – detenuti dal 7 ottobre 2023. I prigionieri sono stati presi in consegna dai convogli del Comitato Internazionale della Croce Rossa e successivamente affidati alle Forze di difesa israeliane, che li hanno trasferiti alla base militare di Re’im per i controlli medici e psicologici prima del ricongiungimento con le famiglie. Le autorità israeliane hanno precisato che il rilascio avverrà in più fasi: una prima consegna è prevista alle 8 del mattino (7 ora italiana) e una seconda tra le 9 e le 10. I nomi dei successivi ostaggi verranno resi noti in seguito, poiché le operazioni sono soggette a possibili ritardi legati alla sicurezza.

L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che il premier e sua moglie Sara hanno scritto messaggi personali di benvenuto e predisposto kit di accoglienza contenenti effetti personali e dispositivi elettronici per ciascun ostaggio. Nelle piazze israeliane, in particolare ad Habima Square di Tel Aviv – ribattezzata “Piazza degli Ostaggi” – migliaia di persone hanno sventolato bandiere con il nastro giallo simbolo della mobilitazione nazionale, attendendo con commozione il ritorno dei loro cari.

La consegna degli ostaggi israeliani da parte di Hamas all’IDF si è conclusa: tutti i 20 ostaggi ancora vivi sono stati restituiti, dopo essere stati prelevati dalla Croce Rossa. I primi sette sono già arrivati in Israele, dove si sono ricongiunti con le loro famiglie per la prima volta dopo 738 giorni. A Tel Aviv, una piazza gremita ha seguito in diretta questo momento storico. Gli altri 13 ostaggi sono stati liberati nell’area di Khan Younis e consegnati alla Croce Rossa, come mostrano i video trasmessi dai media. Nel pomeriggio sono stati restituiti anche i corpi dei 28 ostaggi israeliani deceduti durante la prigionia a Gaza, affidati alla Croce Rossa internazionale, secondo quanto riportato da fonti palestinesi all’emittente israeliana Kan.

Il summit di Sharm el-Sheikh: un fragile percorso verso la pace

Mentre in Israele si celebra il ritorno degli ostaggi, a Sharm el-Sheikh è pronto un vertice internazionale che punta a consolidare la tregua e a definire un piano di pace duraturo per Gaza. L’incontro, co-presieduto dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e dal presidente statunitense Donald Trump, riunisce oltre venti leader mondiali e rappresenta una delle più ampie iniziative diplomatiche degli ultimi anni nella regione.

Tra i partecipanti figurano Emmanuel Macron, Recep Tayyip Erdogan, Keir Starmer, Pedro Sánchez, Friedrich Merz, Antonio Costa e la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, che ha sottolineato l’impegno dell’Italia nel processo di ricostruzione e nella stabilizzazione dell’area.

Nonostante l’assenza di rappresentanti israeliani e di delegazioni di Hamas o dell’Iran, il summit viene considerato un passo decisivo verso la stabilizzazione. Il Vaticano ha parlato di “una speranza di apertura di un capitolo nuovo”, sottolineando come il rilascio degli ostaggi e i negoziati di Sharm el-Sheikh possano rappresentare l’inizio di un lento ma concreto cammino verso la pace in Medio Oriente.