La crisi umanitaria a Gaza entra in una nuova fase dopo l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Israele ha autorizzato l’Onu a iniziare la distribuzione coordinata di aiuti, segnando un passo cruciale per alleviare la carestia e la malnutrizione che colpiscono soprattutto i bambini. L’intervento internazionale, supportato dagli Stati Uniti, mira a garantire accesso sicuro a cibo, medicinali e forniture essenziali, offrendo un primo sollievo alla popolazione dopo mesi di conflitto e devastazione.
Gaza, Israele dà l’ok all’Onu: sicurezza e logistica della distribuzione
Secondo quanto riportato da un alto dirigente della Casa Bianca, gli Stati Uniti istituiranno un centro di coordinamento civile-militare in Israele per facilitare l’ingresso e la gestione degli aiuti, occupandosi di logistica e sicurezza. Il portavoce dell’IDF, Avichay Adraee, ha indicato le vie sicure per i civili che possono spostarsi nel nord della Striscia, avvertendo però di evitare alcune aree ancora occupate dalle truppe israeliane, mentre nel sud è stata segnalata cautela vicino a valichi e corridoi controllati.
Domenica 12 ottobre è previsto l’ingresso di 600 camion carichi di cibo, forniture mediche, tende, carburante e gas da cucina, che saranno ispezionati da Israele e percorreranno le principali arterie della Striscia, tra cui l’autostrada Al-Rashid e la via Salah Eddin. In una fase successiva sarà consentita anche l’importazione di materiali essenziali per la riparazione di infrastrutture critiche come reti idriche, fognarie e panetterie, per sostenere il ritorno a condizioni di vita più stabili.
Gaza, Israele dà l’ok all’Onu: l’annuncio sugli aiuti per la popolazione palestinese
Israele ha autorizzato le Nazioni Unite a iniziare la consegna di aiuti a Gaza a partire da domenica, secondo quanto riportato da un funzionario Onu all’Associated Press. Il pacchetto comprenderà 170.000 tonnellate di forniture già stoccate in paesi confinanti come Giordania ed Egitto.
Nei mesi precedenti, l’Onu e le organizzazioni umanitarie partner erano state in grado di distribuire solo una minima parte delle necessità della popolazione, pari al 20% del totale, aggravando la crisi umanitaria. Tom Fletcher, responsabile umanitario Onu, ha evidenziato come la Striscia di Gaza abbia raggiunto livelli di insicurezza alimentare estremi, definiti dalle Nazioni Unite come una vera e propria carestia.
Secondo uno studio dell’Unrwa pubblicato su The Lancet, tra gennaio 2024 e agosto 2025 oltre 54.600 bambini tra i 6 e i 59 mesi hanno sofferto di malnutrizione grave, di cui più di 12.800 in forma critica, in un contesto di conflitto prolungato e risorse sanitarie estremamente limitate.