La guerra in Ucraina continua a coinvolgere persone di ogni parte del mondo, tra cui volontari italiani che scelgono di schierarsi al fianco di Kiev. Tra questi coraggiosi combattenti si contano anche delle vittime. Recentemente, un altro volontario italiano è morto nella regione di Sumy, testimoniando ancora una volta il prezzo umano di questo conflitto.
Chi era e cosa lo ha spinto a partecipare al conflitto.
Volontari italiani in Ucraina: morti e storie di guerra
Solo due mesi fa si sono registrate le morti in combattimento di altri due volontari italiani: Antonio Omar Dridi, 35 anni di Palermo, e Manuel Mameli, 25 anni di Cagliari. Nonostante la legge italiana proibisca la partecipazione a conflitti armati all’estero, decine di connazionali hanno scelto di combattere da entrambe le parti del conflitto in Ucraina.
La prima vittima risale ad aprile 2022, quando Edy Ongaro, 46 anni di Portogruaro, è stato ucciso nel Donbass da un ordigno a mano. A settembre è morto Benjamin Giorgio Galli, 27 anni di Varese, ferito in battaglia. Un mese dopo, è toccato a Elia Putzolu, 27 anni, nato a Roma e schierato con i filorussi nel Donetsk.
Nel novembre 2024, si sono avute notizie contrastanti sulla sorte di Angelo Costanza, 42 anni di Favara, arruolato nell’esercito ucraino, dato per catturato da alcune fonti. Nello stesso mese è morto anche Massimiliano Galletti, 59 anni, volontario impegnato nell’assistenza ai combattenti vicino a Kiev, ferito da schegge di RPG e poi deceduto.
Guerra Russia-Ucraina, morto volontario italiano in battaglia con Kiev: chi era
I combattimenti in Ucraina continuano a provocare vittime anche tra i volontari italiani. Tra queste c’è Thomas D’Alba, 40 anni, che circa un mese fa ha perso la vita sul fronte di Sumy, ampliando così l’elenco dei morti provenienti dall’Italia coinvolti nel conflitto scatenato da Mosca.
D’Alba, ex militare della Folgore, è il settimo connazionale deceduto mentre combatteva a fianco delle forze ucraine. Vladislav Maistrouk, digital creator e attivista ucraino che lo conosceva personalmente, lo ha descritto come un uomo gentile e coraggioso, caduto in battaglia nel Donbass per difendere l’Ucraina e l’Europa.
Secondo quanto riferito dai suoi ex colleghi, D’Alba aveva comunicato a febbraio la sua intenzione di partire per l’Ucraina, dopo la scadenza del suo precedente contratto. Sebbene non abbia mai spiegato in dettaglio le ragioni della sua scelta, chi lo conosceva assicura che non fosse mosso da motivazioni economiche, bensì da un forte senso di giustizia. Durante il conflitto, non aveva mai interrotto i contatti con i suoi compagni, inviando messaggi sporadici per far sapere di stare bene. Inoltre, nei giorni di riposo, si dedicava a suonare per i bambini negli ospedali ucraini, dimostrando il suo impegno umano oltre che militare.
D’Alba non era sposato e amava profondamente la musica, così come detestava le ingiustizie. Le notizie sulla sua scomparsa erano inizialmente incerte, ma ora si ritiene confermata la sua morte in combattimento a Sumy.
“Sono stato in molte missioni all’estero e a volte mi chiedevo se fossi dalla parte giusta. In Ucraina non ho mai avuto questo dubbio” aveva scritto tempo fa, come riportato dal sito Congedati Folgore.