La guerra in Ucraina resta al centro dell’attenzione internazionale, con i negoziati di pace ancora bloccati soprattutto a causa del futuro del Donbass. Il presidente Volodymyr Zelensky insiste sul ruolo esclusivo dell’Ucraina nelle decisioni territoriali, mentre gli Stati Uniti, guidati da Donald Trump, intervengono con pressioni forti e avvertimenti sui rischi di escalation globale, sottolineando la necessità di risultati concreti per evitare un conflitto più ampio.
Zelensky e il nodo del Donbass: i negoziati di pace rallentano
Le trattative per la pace in Ucraina continuano a mostrare segnali di stallo, con il presidente Volodymyr Zelensky che ha sottolineato come il principale ostacolo rimanga il futuro del Donbass, in particolare della regione di Donetsk. La complessità delle decisioni territoriali è evidente, e Zelensky ha ribadito che “solo il presidente e il popolo ucraino possono decidere sui territori”, evidenziando la necessità di un accordo che garantisca stabilità e sicurezza.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha aggiunto che la pace deve essere “così solida da non seminare subito i germi del prossimo conflitto”, ribadendo l’urgenza di garanzie di sicurezza robuste e immediate, dato che “non abbiamo il lusso del tempo”.
Nel frattempo, la situazione sul fronte militare resta tesa: le autorità di Mosca hanno comunicato di aver abbattuto 90 droni lanciati da Kiev, mentre sette persone sono rimaste ferite in un attacco a Tver, vicino alla capitale russa. Questi episodi sottolineano come la guerra non sia solo un tema diplomatico, ma continui a generare conseguenze concrete sul terreno.
Guerra in Ucraina, il duro commento di Donald Trump: “La gente vuole la pace, Zelensky no”
Il ruolo degli Stati Uniti nei negoziati rimane condizionato da risultati concreti. Il presidente Donald Trump ha dichiarato di aver recentemente intimato di fermare i “giochetti” riguardanti l’accordo ucraino, avvertendo che il conflitto potrebbe sfociare in una Terza Guerra Mondiale: “Non ha alcun impatto reale sugli Stati Uniti a meno che non sfugga al controllo… Cose come questa finiscono in una terza guerra mondiale. E l’ho detto l’altro giorno. Tutti continuano a fare giochetti del genere. Finiremo in una terza guerra mondiale e non vogliamo che accada”.
Trump ha anche sottolineato che, oltre a Zelensky, in Ucraina esiste un ampio consenso a favore di un accordo di pace con la Russia: “Di fatto, a parte il presidente Zelensky, la gente ama l’idea dell’accordo”.
Gli Stati Uniti sarebbero pronti a contribuire alla sicurezza dell’Ucraina come parte di un’intesa più ampia: “Aiuteremmo con la sicurezza perché è un fattore necessario” per una soluzione duratura. La Casa Bianca ha chiarito che l’azione americana sarà orientata a sostenere concretamente il processo, evitando incontri privi di prospettive reali di successo: “Il presidente non vuole più chiacchiere, vuole azione. Se c’è una chance reale di firmare un accordo di pace, domani manderemo un rappresentante”.