A pochi giorni dall’adozione dell’ultimo pacchetto di misure restrittive, l’Unione Europea torna a intensificare la pressione economica sulla Russia. La Commissione Europea ha annunciato nuove sanzioni con l’obiettivo di costringere Mosca a interrompere le ostilità e ad accettare un cessate il fuoco in Ucraina. Questo ulteriore inasprimento delle restrizioni riflette la determinazione dell’Ue nel sostenere la sovranità ucraina e nel rispondere alle continue violazioni del diritto internazionale da parte del Cremlino.
L’economia russa in affanno sotto il peso delle sanzioni europee
Nel corso della conferenza stampa, Ursula von der Leyen ha illustrato gli effetti incisivi delle sanzioni occidentali sull’economia russa. Finora sono stati congelati circa 210 miliardi di euro in riserve valutarie, mentre i ricavi energetici derivanti da petrolio e gas si sono ridotti dell’80% rispetto ai livelli precedenti l’invasione dell’Ucraina.
Il quadro economico del Paese risulta gravemente deteriorato: il deficit pubblico è in forte aumento, i tassi di interesse restano estremamente elevati e l’inflazione ha superato il 10%, erodendo il potere d’acquisto dei cittadini. Allo stesso tempo, il costo per importare tecnologie strategiche e beni industriali è oggi sei volte superiore rispetto alla media globale e ai livelli pre-guerra.
Guerra in Ucraina, Ursula Von der Leyen annuncia nuove sanzioni Ue contro la Russia
“Il nostro messaggio è molto chiaro: questa guerra deve finire, abbiamo bisogno di un vero cessate il fuoco, la Russia deve sedersi al tavolo delle trattative con proposte concrete”, ha dichiarato la presidente della Commissione Ue.
Ad oggi, poiché la Russia non dimostra alcuna volontà di perseguire la pace, la Commissione Europea ha deciso di intensificare la pressione. L’obiettivo è colpire principalmente due settori chiave: quello energetico e quello bancario, ampliando i divieti di esportazione e rafforzando i controlli, con misure mirate a contrastare qualsiasi tentativo di elusione delle sanzioni.
La Commissione Ue propone di vietare qualsiasi transazione legata ai gasdotti Nord Stream 1 e 2, escludendo del tutto il coinvolgimento degli operatori europei. Von der Leyen ha ribadito che non ci sarà “nessun ritorno al passato”. Tra le misure anche l’abbassamento del tetto al prezzo del petrolio da 60 a 45 dollari al barile, per adeguarlo al mercato e renderlo nuovamente efficace. La questione sarà discussa dal G7 nei prossimi giorni in Canada.
Tra le altre misure, l’esecutivo propone di colpire ulteriormente la cosiddetta flotta ombra russa, aggiungendo 77 nuove navi alla lista delle sanzioni, poiché Mosca le utilizza per vendere petrolio aggirando le restrizioni. È stato inoltre previsto un divieto all’ingresso nel mercato Ue di prodotti petroliferi raffinati russi, per bloccare qualsiasi importazione attraverso canali alternativi.
Nel settore finanziario, la Commissione propone di estendere il divieto di Swift a un blocco totale delle transazioni, coinvolgendo 22 nuove banche russe e intermediari di Paesi terzi che aggirano le sanzioni. Prevista anche la sanzione al Fondo di investimento diretto russo per limitarne il ruolo nella modernizzazione economica di Mosca.
Inoltre, la Commissione propone di vietare l’export verso la Russia di beni industriali e tecnologici per oltre 2,5 miliardi di euro, inclusi macchinari, metalli e prodotti chimici. Previste anche restrizioni su tecnologie a duplice uso, per impedire l’ammodernamento dell’arsenale militare russo con componenti europei.
“Quarto e ultimo punto, vogliamo che le nostre sanzioni siano meglio applicate e rispettate; per questo allarghiamo il campo di applicazione dei divieti di transazioni già esistenti, inserendo nella lista 22 aziende russe che forniscono supporto diretto e indiretto al complesso militare-industriale russo. La capacità di Vladimir Putin di sostenere la guerra dipende molto dal sostegno di Paesi terzi; chi supporta la guerra della Russia e i suoi sforzi per attaccare l’Ucraina si assume una grande responsabilità”, conclude Von der Leyen.