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Intolleranze alimentari: quali sono le più comuni e come si trattano?

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Come si manifestano e come si curano le intolleranze alimentari.

Quando si parla di intolleranze alimentari si fa riferimento a disturbi caratterizzati da reazioni avverse a determinati alimenti. È opportuno chiarire fin da subito che le intolleranze alimentari sono del tutto diverse dalle allergie alimentari, anche se spesso vengono confuse fra loro.

L’allergologo Kaplan nel 1991 dette una definizione significativa delle intolleranze alimentari: “allergie non allergiche”, intendendo proprio sottolineare il fatto che tali problematiche non erano mediate dalle immunoglobuline E, come invece accade nel caso delle allergie. In altri termini, nel caso delle intolleranze alimentari non si ha un’attivazione del sistema immunitario.

Come si manifestano le intolleranze alimentari?

Le intolleranze alimentari tendono a manifestarsi con vari sintomi e segni di natura gastrointestinale, fra cui crampi allo stomaco, difficoltà nel digerire, gonfiore e tensione addominali, meteorismo, diarrea, stitichezza, nausea e talvolta vomito. Un altro sintomo che può manifestarsi è il prurito.

Le manifestazioni possono essere più o meno eclatanti sia in base alla quantità di alimento assunto (la sintomatologia è cioè dose-dipendente) sia in base alla specifica sensibilità del soggetto intollerante la quale può essere più o meno accentuata.

Intolleranze alimentari: quali sono?

Attualmente, le intolleranze alimentari riconosciute sono soltanto due: l’intolleranza al glutine e l’intolleranza al lattosio.

L’intolleranza al glutine non deve essere confusa con la celiachia, anche se la sintomatologia è piuttosto simile (ma più lieve nell’intolleranza). La celiachia infatti è una malattia autoimmune che interessa individui geneticamente predisposti e che può causare la distruzione del piccolo intestino se non viene sospesa vita natural durante l’assunzione di glutine.

L’intolleranza al glutine è invece un fenomeno di ipersensibilità al glutine che può scatenare i vari sintomi descritti in precedenza, ma non provoca danni alle pareti intestinali. Ricordiamo che il glutine è un complesso proteico contenuto soprattutto in vari cereali fra cui frumento, farro, segale, orzo, avena ecc.

L’intolleranza al lattosio è più diffusa rispetto a quella al glutine; è un’intolleranza enzimatica dovuta alla carenza o alla mancanza della lattasi, l’enzima che scinde il lattosio in glucosio e galattosio permettendone l’assorbimento gastrointestinale. Il lattosio è uno zucchero contenuto in molti cibi, ma soprattutto nel latte, nei formaggi e nei latticini.

Dal momento che le intolleranze alimentari hanno una sintomatologia comune a quella di altri disturbi che interessano l’apparato gastrointestinale, è fondamentale diagnosticare con esattezza quale sia il disturbo effettivamente responsabile dei vari sintomi e segni. La diagnosi esatta è fondamentale per stabilire un corretto piano di cura.

Intolleranze alimentari: come si curano?

Non esistono al momento trattamenti farmacologici specifici per curare le intolleranze alimentari; il consiglio che viene dato in questi casi è osservare un regime alimentare che escluda quegli alimenti che contengono glutine (nel caso di intolleranza a questo complesso proteico) o lattosio (se si è intolleranti a questo carboidrato).

L’approccio farmacologico, che deve essere stabilito dal medico, può essere utile per alleviare le varie manifestazioni. Potrebbero essere quindi prescritti farmaci antispastici, anti-meteorici, anti-diarroici oppure lassativi.

Nel caso di intolleranza al lattosio possono risultare utili i supplementi nutrizionali a base di tilattasi, che favoriscono la digestione del carboidrato in questione. In commercio sono comunque disponibili sia alimenti gluten-free che cibi delattosizzati.