Diciamoci la verità: ci è stata proposta l’idea che la tecnologia rappresenti la soluzione a tutti i nostri problemi. La società è costantemente esposta a pubblicità che affermano che il nuovo smartphone, il tablet o i dispositivi indossabili ci faranno sentire meglio, più connessi e più felici. Tuttavia, il re è nudo, e ve lo dico io: la realtà è molto più complessa.
Un recente studio condotto dall’Università di Stanford ha dimostrato che l’uso eccessivo della tecnologia è correlato a un incremento dei livelli di ansia e depressione, in particolare tra i giovani. Non sorprende, considerando che nel 2021, il 47% degli adolescenti ha riportato sentimenti di ansia durante l’uso dei social media. Fatti e statistiche scomode che i promotori della tecnologia tendono a omettere.
La realtà è meno politically correct: mentre si afferma che siamo più connessi che mai, la solitudine è diventata un’epidemia moderna. Secondo un rapporto della American Psychological Association, il 61% degli adulti ha dichiarato di sentirsi isolato. Questa connessione superficiale non sostituisce le interazioni umane genuine. È opportuno interrogarsi se ci si stia davvero avvicinando l’uno all’altro o se si stia solo rifugiando in uno schermo.
La tecnologia potrebbe non essere la chiave della felicità, ma piuttosto un’illusione. Si è convinti che più tecnologia significhi più felicità, ma i dati suggeriscono il contrario. È tempo di riflettere sulle proprie abitudini: si è davvero felici o si sta solo cercando di riempire un vuoto che nessun dispositivo può colmare?
Invito al pensiero critico: è opportuno riconsiderare il rapporto con la tecnologia. È il momento di riscoprire relazioni autentiche e abbandonare la ricerca della felicità nei pixel.
 
								