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Sergej Lavrov accusa, il Corriere della Sera risponde: intervista mancata e accuse gravissime

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Il caso Lavrov e Corriere della Sera rilancia il dibattito sul confine tra libertà d’espressione e controllo dell’informazione. Ecco i dettagli.

Il recente caso dell’intervista rifiutata al ministro russo Sergej Lavrov dal Corriere della Sera ha riacceso il dibattito sul confine tra libertà di stampa e responsabilità giornalistica. La vicenda solleva domande cruciali: fino a che punto è lecito pubblicare dichiarazioni quando contengono affermazioni discutibili, e quale ruolo spetta al giornalista nel garantire un’informazione verificata e affidabile?

Lavrov infuriato con il ‘Corriere della Sera’: l’accusa è fortissima

Un nuovo episodio di tensione mediatica scuote il panorama italiano: il ministero degli Esteri russo ha reso noto, tramite una nota riportata dall’agenzia Tass, che il Corriere della Sera avrebbe rifiutato di pubblicare un’intervista esclusiva con il ministro Sergej Lavrov. Secondo Mosca, l’iniziativa aveva l’obiettivo di “porre fine al flusso di bugie” e contrastare il crescente fenomeno di fake news sulla Russia.

La redazione del quotidiano, spiega la nota, avrebbe inizialmente accolto con entusiasmo la proposta, inviando numerose domande, e il testo delle risposte sarebbe stato pronto per la pubblicazione in tempi rapidi. Tuttavia, secondo il ministero, la testata avrebbe infine deciso di non renderlo pubblico.

Il ministero interpreta questa scelta come una forma di censura: I cittadini italiani hanno il diritto di accesso all’informazione, garantito dall’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, si legge nel comunicato.

Per rafforzare la propria posizione, la diplomazia russa ha pubblicato sia la versione integrale dell’intervista sia quella modificata dal Corriere, sostenendo che quest’ultima ometta passaggi che “la Roma ufficiale non vuole vedere”, fornendo così un esempio di come, a loro giudizio, alcune informazioni sulla situazione in Ucraina verrebbero deliberatamente nascoste ai cittadini italiani.

La replica del Corriere della Sera: tra responsabilità giornalistica e contraddittorio

Dal canto suo, il Corriere della Sera ha risposto alle accuse sottolineando la necessità di verificare con rigore le affermazioni del ministro. La direzione del quotidiano spiega che le risposte di Lavrov contenevano troppe affermazioni discutibili che devono essere verificate o chiarite e che la loro pubblicazione andrebbe oltre i limiti del ragionevole”. Il quotidiano ha inoltre precisato che, alla richiesta di realizzare un’intervista con un contraddittorio, il ministero avrebbe opposto un rifiuto categorico.

Il Corriere ha evidenziato come l’intento del ministero russo fosse probabilmente quello di applicare “gli stessi criteri di un Paese come la Russia dove la libertà d’informazione è stata cancellata”. La testata ha ribadito la propria disponibilità a pubblicare un’intervista in condizioni di giornalismo libero e indipendente, sottolineando il ruolo cruciale della verifica dei fatti: distinguere tra dichiarazioni politiche e informazioni verificabili rappresenta, secondo il quotidiano, un pilastro della responsabilità editoriale.

Questo episodio evidenzia la complessità di bilanciare il diritto all’informazione con la necessità di evitare la diffusione di contenuti potenzialmente fuorvianti, in un contesto internazionale particolarmente delicato.