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Il caso Resinovich e le nuove accuse: Visintin risponde alla Procura di Trieste

Liliana Resinovich Visintin

Unico indagato per la morte di Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin respinge le accuse della Procura. Parla in esclusiva a Telequattro.

Il caso di Liliana Resinovich torna al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria. A quasi tre anni dalla scomparsa e dal ritrovamento del suo corpo senza vita, la Procura di Trieste ha formalizzato accuse pesanti nei confronti del marito, Sebastiano Visintin, unico indagato per la morte della donna. Incalzato dalle nuove ipotesi investigative, Visintin ha deciso di rompere il silenzio con un’intervista rilasciata a Telequattro.

La Procura di Trieste accusa Visintin per la morte di Liliana Resinovich

La Procura di Trieste ha formalizzato gravi accuse nei confronti di Sebastiano Visintin, ritenuto responsabile della morte della moglie, Liliana Resinovich. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, contenuta in una richiesta di incidente probatorio, Visintin avrebbe aggredito Liliana nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di via Weiss a Trieste, infliggendole percosse e soffocandola, causando così la sua morte per asfissia meccanica esterna .

Una svolta che segna un passaggio cruciale nell’indagine, a oltre tre anni dal ritrovamento del corpo della donna nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni.

Liliana Resinovich, Visintin a Trieste: il duro sfogo dopo le accuse di omicidio

Sebastiano Visintin ha respinto le accuse avanzate dalla Procura di Trieste. In un’intervista rilasciata all’emittente Telequattro, ha negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, ribadendo la propria estraneità ai fatti. Il caso, riaperto alla luce di nuove perizie e testimonianze, continua a suscitare clamore sia a Trieste sia a livello nazionale, a quasi tre anni e mezzo dal tragico ritrovamento del corpo. Visintin ha sempre sostenuto con fermezza la propria innocenza.

“Io non ho niente a che fare con la morte di Liliana, assolutamente. Sono venuto a Trieste nel 1995, è una città meravigliosa. Sto vivendo un dramma da tre anni e mezzo che non auguro a nessuno. Ma come dicevo sempre a Liliana: la vita è bella”.

Alla domanda se si senta già condannato, Sebastiano Visintin ha escluso categoricamente questa possibilità, spiegando di affrontare ogni giorno senza lasciarsi influenzare dal passato né dall’incertezza del futuro. Ha inoltre affermato di essere pronto ad affrontare un eventuale processo, dichiarandosi pienamente disponibile nei confronti della giustizia.

“Non voglio dire se si tratti di omicidio o suicidio, non spetta a me. Ci sono i consulenti, ci sono i miei avvocati”, ha aggiunto l’uomo nell’intervista.