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Le malattie cardiache si manifestano in modo diverso tra i sessi: ecco cosa rivela la scienza

malattie cardiache

Uno studio mostra che le malattie cardiache non rispondono allo stesso modo all’attività fisica tra uomini e donne. Ecco tutti i dettagli.

La salute del cuore non dipende solo da ciò che mangiamo o da quanto ci muoviamo, ma anche da fattori biologici spesso sottovalutati. Un recente studio pubblicato su Nature Cardiovascular Research ha rivelato che uomini e donne non traggono gli stessi benefici dall’attività fisica: a parità di esercizio, il cuore femminile sembra rispondere meglio.

Questa scoperta apre nuove prospettive sulla prevenzione delle malattie cardiache e mette in discussione l’approccio “uguale per tutti” finora adottato dalle principali linee guida mediche.

L’attività fisica come chiave per la salute del cuore

Mantenersi attivi è uno dei pilastri fondamentali di uno stile di vita equilibrato e della prevenzione delle patologie cardiovascolari. Le principali organizzazioni internazionali, come l’OMS, l’American Heart Association e la European Society of Cardiology, consigliano sia agli uomini sia alle donne di dedicare ogni settimana almeno 150-300 minuti ad attività fisiche di intensità moderata o 75-150 minuti a esercizi più intensi. Tuttavia, diversi studiosi hanno iniziato a mettere in discussione questo approccio “universale”, sostenendo che il cuore maschile e quello femminile potrebbero non rispondere allo stesso modo agli stessi livelli di movimento.

Proprio per approfondire queste differenze, un gruppo di ricercatori ha analizzato i dati di oltre 80.000 persone di età superiore ai 60 anni, raccolti nella UK Biobank, il più ampio archivio sanitario del Regno Unito. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Cardiovascular Research, ha seguito i partecipanti per quasi otto anni, valutando sia l’insorgenza di nuove patologie coronariche sia la mortalità tra coloro che ne soffrivano già.

Malattie cardiache, la scoperta sorprendente su uomini e donne nel nuovo studio

I risultati hanno mostrato che le donne traggono un vantaggio maggiore dall’attività fisica rispetto agli uomini, anche a parità di tempo dedicato all’esercizio. Ad esempio, chi svolgeva i 150 minuti settimanali raccomandati presentava un rischio ridotto del 22% di sviluppare una malattia coronarica, mentre tra gli uomini la diminuzione del rischio era del 17%. Inoltre, per ottenere lo stesso effetto protettivo delle donne che si allenavano circa 250 minuti a settimana, gli uomini dovevano superare i 500 minuti di attività — più del doppio.

Queste differenze suggeriscono che la prevenzione cardiovascolare dovrebbe essere più personalizzata, tenendo conto delle caratteristiche biologiche di ciascun sesso. Secondo gli autori, riconoscere che le donne possano ottenere benefici significativi anche con quantità di esercizio inferiori potrebbe rappresentare un importante incentivo per incoraggiare chi è sedentario a muovere i primi passi verso uno stile di vita più attivo e un cuore più sano.