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Attacco a Manchester: errore della polizia dietro la morte di una vittima

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Manchester, attacco alla sinagoga: una vittima sarebbe stata uccisa dalla polizia. Gli ultimi aggiornamenti sull’inchiesta.

Un attacco terroristico ha scosso Manchester nella giornata di ieri, quando un uomo armato di coltello e al volante di un’auto ha assalito i fedeli davanti alla sinagoga Heaton Park. L’attacco, durato pochi minuti, si è concluso con l’uccisione dell’aggressore da parte della polizia, ma ha rivelato una tragica conseguenza. Gli ultimi aggiornamenti.

L’attacco a Manchester e le reazioni: cordoglio, sicurezza e condanna unanime

L’assalto è avvenuto il 2 ottobre, durante lo Yom Kippur, quando Jihad al-Shamie, 35 anni, cittadino britannico di origini siriane, ha lanciato la propria auto contro i fedeli davanti alla sinagoga e successivamente ha accoltellato alcune persone. L’aggressore è stato neutralizzato dagli agenti armati pochi minuti dopo l’inizio dell’attacco.

Due morti e tre feriti restano in ospedale in condizioni gravi, mentre il premier Keir Starmer, accompagnato dalla first lady Victoria, di origini ebraiche, ha assicurato piena vicinanza alla comunità ebraica e rafforzamento delle misure di sicurezza nei luoghi di culto.

La famiglia dell’attentatore ha pubblicamente condannato l’atto terroristico, esprimendo solidarietà alle vittime e chiedendo rispetto per la privacy dei propri familiari. Rabbini e leader civili hanno chiesto trasparenza e chiarezza, mentre le autorità ribadiscono la necessità di attendere i risultati ufficiali dell’indagine prima di trarre conclusioni definitive.

Manchester: una vittima dell’attacco alla sinagoga colpita per errore dalla polizia

Le autorità britanniche hanno confermato che uno dei civili uccisi durante l’attacco terroristico alla sinagoga di Heaton Park, a Manchester, è stato colpito accidentalmente dagli agenti intervenuti per fermare l’aggressore. Adrian Daulby, 53 anni, si trovava vicino all’ingresso del tempio durante il tentativo di bloccare l’attentatore, Jihadi al‑Shamie, quando sarebbe stato raggiunto dai proiettili sparati dalla polizia. Anche uno dei feriti, ricoverato in ospedale ma fuori pericolo, è risultato colpito da fuoco “amico”.

Il comandante della Greater Manchester Police, Stephen Watson, ha definito l’episodio una “tragedia nella tragedia”, sottolineando come l’indagine in corso stia cercando di accertare eventuali errori procedurali e responsabilità durante l’intervento. Le analisi balistiche e i filmati delle bodycam degli agenti saranno fondamentali per chiarire la dinamica esatta.