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Manifestazione a Torino a sostegno del centro sociale Askatasuna

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Torino si mobilita in difesa del centro sociale Askatasuna dopo il suo sgombero, con un corteo che ha visto la partecipazione di oltre duemila persone.

Il recente sgombero del centro sociale Askatasuna a Torino ha sollevato un’ondata di proteste tra i cittadini, che si sono riuniti per manifestare il loro dissenso nei confronti delle decisioni del governo. Il corteo, che ha preso il via da Palazzo Nuovo, ha visto la partecipazione di più di duemila persone, tra cui giovani, famiglie e residenti del quartiere Vanchiglia, tutti uniti sotto lo slogan “Askatasuna vuol dire libertà”.

Il portavoce del centro sociale, Stefano, ha dichiarato che questa manifestazione rappresenta solo l’inizio di una serie di iniziative volte a difendere non solo il centro stesso, ma l’intero movimento sociale. Le parole di incitamento hanno risuonato tra la folla, che si è diretta verso Vanchiglia, evidenziando un forte sentimento di resistenza e solidarietà.

La manifestazione e il contesto

Durante il corteo, si sono levati slogan come “Nessuno ci fermerà” e “Guai a chi ci tocca”, a conferma della determinazione dei partecipanti. La presenza di diversi gruppi e delegazioni da altre città, come Milano e Genova, ha dimostrato come la lotta per la libertà di Askatasuna abbia attratto l’attenzione nazionale. Inoltre, il corteo ha visto la partecipazione di esponenti politici, come Alice Ravinale, capogruppo del Consiglio Regionale di Avs.

Il messaggio di solidarietà

Stefano ha sottolineato l’importanza della solidarietà ricevuta da diverse parti d’Italia e anche dall’estero, citando messaggi di sostegno provenienti dai Paesi Baschi. Questa rete di alleanze dimostra come la battaglia per i diritti sociali e civili trascenda i confini locali, unendo le persone in un comune obiettivo di libertà e giustizia.

Reazioni e contestazioni

Le autorità, tuttavia, non sono rimaste a guardare. Il vicepremier Antonio Tajani ha commentato la situazione, affermando che la violenza non è accettabile e che manifestare è un diritto, ma deve avvenire nel rispetto delle leggi. Le sue parole hanno generato un acceso dibattito sulla legittimità delle manifestazioni e sul modo in cui viene gestita l’ordine pubblico.

Inoltre, l’assessore alle politiche sociali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone, è stato oggetto di minacce scritte che evidenziano il clima di tensione che circonda le iniziative di protesta. La vicepresidente del Piemonte, Elena Chiorino, ha espresso la sua solidarietà a Marrone, definendo le intimidazioni come un segno di odio politico che deve essere condannato fermamente.

Il futuro di Askatasuna

L’occupazione del centro sociale Askatasuna, avvenuta nel 1996, ha rappresentato un punto di riferimento per molte iniziative sociali e culturali a Torino. Con oltre venti anni di attività, il centro ha ospitato eventi, concerti e attività di supporto per le persone in difficoltà. Il suo sgombero, avvenuto il 18 dicembre, segna la fine di un’era, ma i manifestanti affermano che la lotta per la libertà e i diritti continuerà.

Il prossimo appuntamento è previsto per il 17 gennaio con un’assemblea cittadina, seguita da un corteo nazionale il 31 gennaio. Questi eventi mirano a mantenere alta l’attenzione sulla questione e a mobilitare ulteriormente la comunità. La determinazione dei manifestanti di non arrendersi è chiara, e molti sostengono che la lotta per Askatasuna è una battaglia per i diritti di tutti.