Il tema del canone Rai torna a far discutere, con la Lega pronta a rilanciare la proposta di riduzione dell’importo annuale. Dopo anni di dibattiti e modifiche legislative, la questione dell’abbonamento alla televisione pubblica continua a polarizzare l’opinione politica, mettendo al centro il ruolo del servizio pubblico, la stabilità finanziaria dell’azienda e le priorità di spesa dello Stato.
La Lega rilancia il taglio del canone Rai: reazioni e criticità della proposta
La proposta ha subito incontrato forti resistenze. Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori di Forza Italia, ha sottolineato: “Il canone Rai va mantenuto per un equilibrio di mercato. Qualche anno fa il canone è stato ridotto e la Rai è stata risarcita con risorse del Tesoro e quindi dei cittadini. È una partita di giro che non serve a niente. Il servizio pubblico deve avere certezza di risorse come prevede l’European Media Freedom Act.”
Anche il sindacato Unirai ha espresso preoccupazione: “Le ipotesi di una riduzione del canone Rai rischiano di compromettere la stabilità finanziaria dell’Azienda proprio mentre il servizio pubblico è chiamato a rispettare obblighi crescenti di legge. Il Contratto di Servizio 2023-2028 e il Media Freedom Act richiedono pluralismo, produzione culturale, informazione di qualità e investimenti certi: impegni che non possono dipendere da tagli episodici.”
In passato, un tentativo simile di riduzione aveva generato forti tensioni interne: Forza Italia si era schierata con le opposizioni, e la misura era stata cancellata per il 2025, con Giorgia Meloni che commentò: “Sono schermaglie. Non ci vedo niente di particolarmente serio…“. Oggi, però, la Lega rilancia la sfida, riaprendo il confronto sul futuro finanziamento del servizio pubblico televisivo.
Manovra e Canone Rai, spunta l’emendamento della Lega per l’importo da versare nel 2026
Il dibattito sul canone Rai torna al centro dell’attenzione politica. La Lega, con un emendamento alla Manovra in versione riformulata, propone una riduzione di 20 euro, riportando l’importo annuale dai 90 euro attuali ai 70 euro, come era previsto nella legge di bilancio del 2024. Tuttavia, quella norma è stata successivamente abrogata dal decreto legislativo 174 del 5 novembre 2024.
Secondo le anticipazioni de La Repubblica e Il Messaggero, l’emendamento fa esplicito riferimento all’articolo 1, comma 19, della legge 30 dicembre 2023, n. 213, proponendo di sostituire le parole “per l’anno 2024” con “per l’anno 2026”. L’obiettivo della Lega è dunque riproporre per il prossimo anno la riduzione del canone, stimata in circa 430 milioni di euro, con copertura prevista tramite una corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica.