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Manovra 2026, via libera al Senato: benefici e esclusi tra pensioni e riduzioni fiscali

Manovra Senato

Manovra 2026, ok del Senato: via libera a tagli fiscali e incentivi, ma vantaggi parziali e tensioni in Aula.

La Manovra 2026, approvata dal Senato con 110 voti favorevoli, rappresenta il principale strumento del governo Meloni per definire tasse, spesa pubblica e interventi economici per il prossimo anno. Tra riduzioni fiscali per i redditi medi, incentivi a imprese e professionisti e nuovi stanziamenti per sanità e previdenza, il provvedimento mira a sostenere la crescita e contenere l’evasione fiscale, pur lasciando fuori alcune categorie di contribuenti e utenti dei servizi.

L’iter parlamentare è stato segnato da tensioni politiche, correzioni dell’ultimo minuto e il ricorso al voto di fiducia, prima del passaggio definitivo alla Camera.

Approvazione della Manovra 2026: iter complesso e risultati raggiunti

Con 110 voti favorevoli, l’Aula del Senato ha approvato la Manovra 2026, la quarta legge di bilancio del governo Meloni, dopo un percorso parlamentare complesso segnato da tensioni politiche, correzioni dell’ultimo minuto e l’uso decisivo del voto di fiducia. Il provvedimento passa ora alla Camera, dove l’ok definitivo è atteso entro il 30 dicembre.

Durante l’esame, sono emerse numerose misure controverse, tra cui il riscatto della laurea, lo scudo per le imprese con lavoratori sottopagati e il condono edilizio. La commissione Bilancio ha stralciato cinque norme su sollecitazione del Quirinale, e il voto di fiducia, approvato con 113 sì, ha definitivamente blindato il testo.

Uno dei capitoli più delicati è stato quello delle pensioni, che ha evidenziato tensioni interne alla Lega, con ipotesi di divergenze tra Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, principale architetto della manovra. Il vicepremier ha però minimizzato: «Nessun gelo», ha dichiarato, definendo il confronto come parte della normale dialettica interna alla maggioranza.

Giorgetti ha rivendicato la legge come «una manovra dal valore complessivo di circa 22 miliardi di euro», sottolineando interventi come la tassazione al 5% degli aumenti contrattuali per i lavoratori dipendenti con redditi più bassi e l’aliquota all’1% sui salari di produttività. Non sono mancate le proteste delle opposizioni, con cartelli “Voltafaccia Meloni”. La maggioranza punta a chiudere l’iter entro il 30 dicembre, evitando l’esercizio provvisorio e consolidando la tenuta politica del governo.

Manovra, arriva il via libera del Senato: pensioni, Irpef, chi ne trarrà benefici e chi no

Tra le misure più significative, il taglio della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% riguarda i redditi fino a 50 mila euro, beneficiando circa 13,6 milioni di contribuenti, mentre le detrazioni sopra i 200 mila euro sono rimodulate, riducendo il vantaggio per i redditi più alti. L’Isee esclude la prima casa dal calcolo dei bonus sociali (assegno unico, bonus neonati, buoni asilo nido, incentivi alla formazione), ma non per i servizi comunali come mense e asili, dove resta la vecchia franchigia di 52 mila euro: in sostanza, i benefici sono rivolti a chi accede ai bonus statali, ma non a tutti i servizi locali.

Nel settore sanitario, gli stanziamenti aggiuntivi riguardano prevenzione, screening oncologici, diagnosi precoce e malattie croniche, ma la spesa complessiva rispetto al PIL diminuisce, suscitando critiche dai sindacati e dalle opposizioni. La nuova rottamazione delle cartelle fiscali consente di saldare debiti dal 2000 al 2023 con 54 rate bimestrali, ma vale solo per chi ha ricevuto avvisi bonari e non per chi è soggetto ad accertamenti fiscali.

Le misure per imprese e professionisti includono il credito d’imposta Transizione 4.0 e le Zone economiche speciali, mentre l’anticipo d’imposta dell’1% sulle fatture tra imprese e professionisti riguarda chi emette parcelle B2B, ma non i privati.

Altre imposte puntano sui contribuenti più generici: raddoppio della Tobin tax, aumento della cedolare secca per affitti brevi, accise su sigarette e gasolio e tasse sui pacchi extra Ue. Le pensioni subiranno un incremento graduale dell’età minima (67 anni e un mese dal 2027), con alcune “scappatoie” per uscite anticipate ridotte: opzione donna, cumulo TFR e incentivi ai precoci vengono limitati.

In sintesi, i benefici principali della legge vanno ai lavoratori dipendenti a reddito medio-basso, ai contribuenti che rispettano i requisiti dei bonus, e a imprese e professionisti che investono, mentre le categorie escluse comprendono i redditi più alti, chi usufruisce di servizi locali, i destinatari di accertamenti fiscali e chi non rispetta le nuove condizioni per le agevolazioni.