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Mattarella esorta l'Europa a unirsi contro guerra e razzismo: un appello alla responsabilità

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha trasmesso un messaggio chiaro e incisivo contro le guerre e le ingiustizie durante il suo intervento al Bundestag, sottolineando l'importanza della pace e della giustizia sociale nel contesto europeo e globale.

In un momento cruciale per la storia europea, il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha tenuto un discorso significativo al Bundestag tedesco in occasione della Giornata nazionale del Lutto. La sua voce si è levata con fermezza contro le atrocità della guerra e il crescente razzismo che affligge le società contemporanee.

Mattarella ha messo in guardia sulla necessità di non dimenticare le lezioni del passato, in particolare quelle del Novecento, caratterizzato da eventi tragici come l’Olocausto e diversi genocidi che hanno colpito innumerevoli civili.

Il volto della guerra oggi

Il presidente ha sottolineato come, contrariamente a quanto si possa pensare, il volto della guerra non appartenga esclusivamente ai soldati. Esso si manifesta anche attraverso le sofferenze di bambini, madri e anziani. Riferendosi alle attuali crisi in Kiev e Gaza, ha richiamato l’attenzione sull’umanità dietro ai numeri delle statistiche. “La guerra colpisce chi non sta combattendo”, ha affermato, evidenziando che il conflitto armato non conosce confini e non risparmia nessuno.

La memoria come strumento di pace

Richiamando il potente motto Nie wieder (mai più), adottato dalla comunità globale dopo le atrocità della Seconda Guerra Mondiale, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso preoccupazione per il rischio che questo monito possa affievolirsi. \”A ‘Nie wieder’ si contrappone ‘wieder’: di nuovo. Stiamo assistendo a un ritorno della guerra, del razzismo e della violenza\”, ha avvertito. Questa riflessione rappresenta un richiamo all’urgente necessità di un risveglio della coscienza europea, fondato su valori di libertà, giustizia e solidarietà.

Un richiamo alla responsabilità internazionale

Il Capo dello Stato ha tracciato un parallelismo tra le atrocità del passato e quelle del presente, sottolineando che la sovranità di un popolo non può giustificare la guerra contro un vicino. Mattarella ha ribadito con fermezza che la guerra di aggressione è un crimine, richiamando i principi fondamentali del diritto internazionale e la responsabilità delle istituzioni globali nel proteggere i diritti umani. Ha dichiarato che “la volontà di progresso di una nazione non deve tradursi in ingiustizia per un’altra”, esortando a un impegno collettivo per la pace.

Il dovere di proteggere i civili

Il presidente ha sottolineato il principio fondamentale secondo cui la popolazione civile deve essere tutelata in ogni circostanza. Dai conflitti del Biafra ai Balcani, passando per il Ruanda, la Siria, il Sudan, fino all’Ucraina e alla Striscia di Gaza, la storia recente evidenzia come la guerra colpisca in modo sproporzionato coloro che non partecipano direttamente ai combattimenti. Le Nazioni Unite riportano che oltre il 90% delle vittime di conflitti attuali sono civili, un dato che richiede massima attenzione.

La necessità di un impegno comune

Il presidente Mattarella ha esortato i Paesi europei a rinnovare il loro impegno verso la pace, la solidarietà e la difesa dei diritti umani. Ha sottolineato che la democrazia e la dignità umana sono i fondamenti su cui si basa la civiltà europea. “Solo attraverso la memoria condivisa e la cooperazione tra i popoli è possibile evitare che la storia si ripeta”, ha affermato, invitando a una riflessione profonda e a un’azione concreta per un futuro di pace.