Oggi, 19 settembre 2025, l’Italia si prepara a vivere una giornata di protesta: è in programma il primo dei due scioperi nazionali indetti per Gaza. Disagi sono attesi nelle principali città, mentre i sindacati parlano di una “risposta necessaria” alla crisi umanitaria in Medio Oriente.
Sciopero generale il 22 settembre 2025: trasporti, scuole e porti a rischio in solidarietà con Gaza
Tra tre giorni, lunedì 22 settembre, la protesta si allargherà con lo sciopero generale nazionale indetto da Cub, Adl e Sgb. In questo caso la partecipazione si estenderà anche ai trasporti pubblici, con possibili cancellazioni di treni, bus, metro e tram già dalla serata di domenica. Saranno interessati inoltre scuole, università, logistica e settore marittimo, pur nel rispetto delle fasce di garanzia.
In occasione dello sciopero del 22 settembre, saranno garantite fasce di servizio tra mattina e pomeriggio, in modo da permettere ai pendolari di raggiungere il lavoro o i luoghi di studio. I trasporti ferroviari potrebbero subire disagi dalle 21 di domenica 21 settembre fino alle 20:59 del giorno successivo. Al momento, non sono previste interruzioni dei voli aerei.
Lo sciopero si lega al sostegno alla missione umanitaria Global Sumud Flotilla e alla richiesta di tutelare i volontari che portano aiuti alla popolazione palestinese. Il sindacato SI Cobas, pur non firmando formalmente l’iniziativa, ha invitato i propri iscritti a partecipare “dove possibile”.
Mobilitazione per Gaza, sciopero del 19 settembre 2025: sindacati in piazza
La Cgil ha proclamato per oggi, venerdì 19 settembre, una giornata di mobilitazione a sostegno della popolazione di Gaza. L’astensione riguarda principalmente i settori privati, con modalità decise a livello territoriale: pacchetti di ore di sciopero, assemblee nei luoghi di lavoro e presidi nelle città.
Le categorie coinvolte comprendono gli autisti di mezzi pesanti e gli impiegati del settore trasporto merci e logistica; il personale addetto alla viabilità presso Anas e le società regionali; gli operatori del Rent a Car e della gestione dei parcheggi; e infine i lavoratori portuali, con una disponibilità fino a 24 ore, escludendo però coloro che operano per imprese i cui diritti sono tutelati dalla Costituzione.
Restano esclusi i servizi pubblici essenziali – come trasporti locali, scuola e sanità – poiché la legge richiede tempi di preavviso più ampi. Hanno aderito anche la Fiom e la Filcams, quest’ultima invitando imprese e grande distribuzione a interrompere i rapporti con aziende israeliane. Nelle infrastrutture e nella logistica sono previste 4 ore di sciopero, mentre nei porti l’astensione potrà arrivare fino a un’intera giornata, fatta eccezione per le attività considerate indispensabili.
All’orizzonte si profilano nuove mobilitazioni: una manifestazione a Roma il 4 ottobre promossa dalle comunità palestinesi e un ulteriore sciopero generale contro l’economia di guerra previsto per il 17 ottobre.