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Morto investitore del ciclista Scarponi: non si dava pace

Scarponi

All'età di 58 anni è morto l'artigiano che un anno fa circa aveva investito Michele Scarponi: da quel giorno non si era più ripreso.

E’ morto Giuseppe Giacconi, l’artigiano di cinquantotto anni che aveva investito Michele Scarponi, il ciclista che ha perso la vita nell’aprile dello scorso anno. Giacconi era un piastrellista molto conosciuto a Filottrano, la piccola cittadina in provincia di Ancona. L’uomo è deceduto al termine di una gravissima malattia che lo aveva colpito e che ha deciso di non combattere, forse anche perchè si sentiva responsabile di quell’incidente che ha visto coinvolto Michele Scarponi, ciclista di cui era un tifoso.

Morto l’investitore di Michele Scarponi

Giuseppe Giacconi, l’artigiano che nell’aprile di un anno fa aveva investito e ucciso Michele Scarponi, è morto a causa di una grave malattia che aveva deciso di non combattere. Giacconi, cinquantotto anni, era un piastrellista molto conosciuto a Filottrano, una piccola cittadina in provincia di Ancona, luogo in cui è avvenuto il tragico incidente in cui ha perso la vita il ciclista dopo essere stato travolto da un furgone mentre si allenava.

L’artigiano, come già accennato in precedenza, era stato colpito da una grave malattia. Che però aveva deciso di non combattere, forse perchè schiacciato dal peso di quell’incidente che ha portato alla morte di Scarponi, del quale era anche un grande tifoso. Giacconi si sentiva responsabile di quanto era successo, nonostante le parole di conforto che erano state pronunciate dai cittadini, dal sindaco di Filottrano e dal cardinale Menichelli. E’ stato troppo grande quel peso e quel dolore che ha afflitto il piastrellista.

In paese dicono che Giuseppe si era chiuso in se stesso. A nulla sono valse le parole di solidarietà nei suoi confronti. Pochi mesi fa gli era stato diagnosticato un tumore. Ma non ha più avuto la forza di reagire e ha deciso di lasciarsi andare definitivamente.

L’incidente

Giacconi è morto nella sua abitazione, al termine di una lunga malattia. In questo modo viene estinto anche il procedimento penale che ha visto l’uomo accusato di omicidio colposo per la morte di Scarponi. L’artigiano, infatti, era alla guida del furgone Fiat Iveco che travolse il ciclista marchigiano in via dell’Industria. L’incidente avvenne il 22 aprile di un anno fa, con l’Aquila di Filottrano (così veniva soprannominato Scarponi) che morì sul colpo in strada all’età di trentasette anni. In quei giorni Scarponi si stava allenando in vista dell’imminente inizio del Giro d’Italia, dove avrebbe corso con i gradi di capitano dopo l’infortunio capitato al suo compagno di squadra, Fabio Aru.

Ma invece quel Giro d’Italia non è riuscito a correrlo. All’uscita di un tornante in Via dell’Industrie, infatti, avvenne lo scontro fatale con il furgone guidato da Giacconi, suo grande tifoso. L’artigiano subito si è difeso, spiegando di non averlo proprio visto. Spiegazione che continuerà poi a ripetere anche nel corso dei mesi successivi. Anche ai giudici, che lo avevano iscritto nel registro degli indagati per la morte del campione di ciclismo.

Giacconi ha lasciato la moglie Daniela e la figlia Cristina. I funerali si svolgeranno domani alle ore 14.30 nella chiesa della Propositura. Esattamente come il ciclista, anche Giuseppe Giacconi verrà sepolto nel cimitero di Filottrano.